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160 ILIADE 200-229

     200Cosí diceva; e quelli pregarono il figlio di Crono;
e ognuno, verso il cielo volgendo le luci, diceva:
«O Giove, o sommo padre famoso, che regni dall’Ida,
fa’ tu che vinca Aiace, che fulgida gloria riporti;
e pur se il suo rivale t'è caro, se d’Ettore hai cura,
205uguale all’uno e all’altro concedi la forza e la gloria».
     Cosí diceano. E Aiace s’armava del fulgido bronzo.
E poscia ch’ebbe tutte le membra coperte dell’armi,
solo si mosse, come procede l’orribile Marte,
quando egli a guerra muove fra genti che il figlio di Crono
210spinge a pugnar, nella furia di scontri che struggon le vite.
Tale l’immane Aiace sorgea, degli Achei baluardo,
con un terribile riso ridendo; ed i piedi moveva
a lunghi passi, e l’ombra crollava dell’asta sua lunga.
E lieti anch’essi, quando lo videro, furon gli Argivi;
215ma di tremore orrendo fu invaso ciascun dei Troiani;
e sino Ettore, in petto sentí forte battere il cuore.
Ma non poteva piú ritirarsi, piegar tra le schiere,
ch’ei provocata aveva la pugna. E gli fu presso Aiace.
Simile a torre un palvese di pelli bovine e di bronzo
220egli recava: Túchio foggiato l’aveva, che in Ila
dimora aveva, il primo fra quanti foggiavano il cuoio.
Questi costrutto aveva lo scudo brillante, con sette
giri di pelli di buoi ben pasciuti; e l’ottavo di bronzo.
Questo dinanzi al petto reggea di Telàmone il figlio.
225Stette ad Ettore presso, parlò con minaci parole:
«Ben chiaro, Ettore, adesso, da solo a solo, vedrai
quanti gagliardi sono fra i Dànai campioni di guerra,
anche oltre Achille, sterminio di genti, dal cuor di leone.
Ora ei sopra le navi ricurve che solcano il mare