Pagina:Iliade (Romagnoli) I.djvu/97

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42 ILIADE 440-469

440con grande arte intrecciati, che valgono ognun cento bovi.
Movea con questa, tutta raggiante di luce, pel campo,
ed eccitava gli Achivi. Nel seno a ciascuno infondeva
forza, ché senza posa lo scontro affrontasse, e la zuffa:
sí che la guerra ad essi piú dolce sembrò, che tornare
445alla diletta patria, sovresse le fulgide navi.
     Come arde un fuoco, tutto struggendo, un’immane foresta
sopra le vette d’un monte, che lungi si vede la fiamma:
cosí, movendo quelli, da mille armature sprizzava
un folgorio, che il lampo spandeva per l’ètere al cielo.
450E come fitti stormi d’augelli si librano a volo,
d’oche, di gru, di cigni dall’agile collo, nei prati
d’Asio fiorenti, o dove fiorisce il Caístro, e superbi
delle lor penne, vanno di qua, di là svolazzando,
poi con alto schiamazzo si posano, e il prato rimbomba:
455cosí le fitte file d’Achei, verso il pian di Scamandro
si riversavan, da navi, da tende; ed orrendo levava
la terra, sotto il pie’ dei cavalli e dei fanti, un rimbombo.
E simiglianti a sciami, che brulican fitti, di mosche,
che dei pastori vanno girando qua e là pei tuguri,
460a primavera, quando riboccano i secchi di latte:
tanti, contro i Troiani, gli Achei dalle floride chiome,
stavano fermi al piano, bramosi di guerra e sterminio.
E come i pecorari le mandre di capre sbandate,
che fûr nella pastura confuse, distinguono presto:
465cosí di qua di là li andavano i duci ordinando
per la battaglia. E in mezzo moveva Agamènnone prode,
che somigliava a Giove possente nel capo e negli occhi,
nella cintura a Marte, nel petto al Signore del mare.
E come un toro va distinto fra tutta la greggia,