Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/129

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dagli Orsenigo. 119

rimanersene?» - Caliamo il sipario, caliamo. La scena susseguente fu di quelle, che, secondo Dante Allaghieri, è bassa voglia il volere udire; e, di cui, il Parlamento Italiano ci dà, spesso, l’obbrobrioso spettacolo. Il marito venne fuori, con un: - «Io non volevo crederlo; ma, dunque, è vero!» - E la valorosa donna gli contrappose uno di que’ spaventevoli - «Sì!» - che sbalordiscono, perchè inaspettati; perchè, anche, i persuasissimi della verità della cosa, non si aspettano, mai, di udirla confessare, a viso aperto. - «Sì! sì! sì! O che non te n’eri accorto?» - Rimproveri, minacce. La conclusione fu, che la Radegonda, lasciata, sdegnosamente, la stanza, e ritiratasi in camera, vestendosi alla bell’e meglio, uscì, s’incarrozzò ed andò a piombare in casa il Della-Morte, ospite inaspettata.

Questi, tornando all’albergo, una ora dopo, tutto gongolante per l’aspettativa, che gli era stata, ufficialmente, partecipata la mattina, trovò la signora, stabilita nelle sue stanze, da padrona. - «Sacramento! e che fai qui? e come mai? e cosa c’è?» - diss’egli, rannuvolandosi. E lei, sorridente, a buttargli le braccia al collo, ad appoggiargli le labbra sulla gota, a narrargli tutto il diverbio col marito. Non gliene importava un fico; anzi, ne giubilava. E veniva da lui, per non lasciarlo più, mai, mai... A