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altre poesie 57

Ma i liquidi ruscelli
Zampillan d’aspri sassi,
Infin, che insiem raccolti,
45Volgano Tonde fra dipinte rive.
Ogni animai ne vive,
Ch’indi tragge l’umor, che lo conforta.
A quei la fera belva sitibonda
Sovra i piè velocissima si porta,
50Quinci le schiere, che su lievi penne
Corron le vie dell’aria, in verdi rami
Pongono i loro alberghi,
Popolando le piante.
Alla loro armonia, l’orrida rupe
55Addolcita risponde.
La tua mano, Signor, negli aspri monti
Di sua benedizion fa correr l’onde.
Dal nettare vital che da te viene
Si sazian del terren l’arsiccie vene.
60Quinci il novello pascolo si nutre
Agli utili giumenti;
E l’erba, all’altra stupida famiglia,
Serva de’ ragionevoli viventi.
Tu da la terra cavi il dolce pane,
65E nel vino prepari
Letizia al cuor dell’uom. Tu fai, che grondi
Dalla vivace oliva
Il licor che la faccia abbella e avviva.
Del tuo nettar vitale
70Si satolla ogni legno in mezzo al campo.
E il cedro, che frondeggia
Sull’odoroso Libano superbo,
Sotto l’ombra accogliendo
Loquaci nidi di vaganti passeri.
75A te sorge l’abete.
Dove i piccoli parti educa e nutre
La pietosa cicogna pellegrina.
Alle timide damme,
Tu le scoscese strade
80Da correre donasti:
Al riccio nella pietra tu scavasti
Il sicuro ricetto.
Tu per distinguer le stagion novelle,
In mezzo delle stelle.
85Collocasti la luna: e l’igneo Sole,
Ammaestrato dal tuo cenno, apprese
In qual mare lavar le rote accese.
Al suo cader, la notte
Tutti i color ritoglie,
90E cinge terra e mar di negre spoglie.