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LA GEOMETRIA.


Non vuoti nomi d’ignorate cose
Ad eterna contesa richiamando;
3Filosofar la mente mia propose.
Io non andrò chimere indovinando:
Quel che invano si cerca, o invan si trova,
6Vada a mio conto in un perpetuo bando.
Di moderne dottrine io farò prova:
Nè spiacerammi veritate antica;
9Ne piacerammi una fallacia nuova.
Non chi: ma guarderò cosa si dica:
E con quante ragioni: e non da quanti,
12Verità avrò più di Platone amica.
Questo io già dissi allor che a me davanti
Filosofia si fece, e il calle presi,
15Ch’or lasciar mi faran studi più santi.
Poscia fra ’l bujo la facella accesi
Al vivo lume di Geometria;
18Sole de’ filosofici paesi.
Solo per lei si tien diritta via:
Per lei l’animo uman tant’alto sale.
21Quanto sperar non avria ardito pria.
Per lei si sono al ciel poste le scale;
E si sono imbrigliati astri e comete,
24Sotto semplice legge universale.
Per lei franco il nocchier spinge l’abete
Oltre il mar Indo; e il vasto ardire umano
27Tutte dell’Ocean passa le mete.
Torce i fiumi per lei con facil mano
Altri ove giova; ed altri al cielo spinge
30Il miracol dell’arte in Vaticano.
Essa in breve confin la luce stringe,
O la dilata, e in sette rai la scioglie;
33E gli oggetti maggior di sè dipinge.
Essa ha rapite tutte le mie voglie:
Essa del vero suo si m’innamora.
36Che mill’altri piacer dal sen mi toglie.
Chi m’insegna a saper, da me s’onora:
Io brucierò qualunque libro insegna
39A creder di saper ciò che s’ignora,
Euclide avrà la sede ognor più degna
Infra i miei libri: e dopo lui quel saggio
42Che su i suoi passi fedelmente vegna.
Di tali studi miei piccolo saggio