Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/169

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città di Benevento, per cui Innocenzo trattò privatamente col segretario regio Pontano nello scopo di assicurare la cessazione di ogni abuso, in quanto alla violazione dei confini, e furono adottati a tal uopo dei savii provvedimenti per prevenire qualsiasi pericolo in avvenire.

Ma nel 1492 fu la quiete di Benevento nuovamente turbata dal seguente fatto. Un tal Firello Mansella che, per la signoria di Ferraroggia ed altri feudi che possedea nei dintorni di Benevento, godeva di una certa preminenza sui patrizii beneventani, entrato con molta mano dei suoi seguaci nella città, vi uccise Bartolomeo Capobianco, suo dichiarato nemico. Il pontefice si richiamò di quel fatto al re Ferdinando per impedirne le conseguenze, e questi fece comando al Mansella che non più osasse di porre il piede in Benevento, e per tal modo fu di nuovo restituita la calma alla città commossa da un sì enorme attentato.

Gli ordinamenti civili di Benevento volsero sempre in meglio per opera del suo Castellano e del pontefice sino al febbraio del 1495, anno inaugurato per la discesa in Italia di Carlo VIII re di Francia. Costui, dopo la sua entrata in Napoli, facea pensiero di occupare anche la città di Benevento; ma i cittadini istrutti a tempo dei suoi disegni, gli deputarono un’ambasceria, pregandolo di non vietare che i beneventani perdurassero a mantenersi nella fede della Santa Sede, a cui Carlo annuiva, e con suo diploma del 4 marzo 1495 confermava alla città di Benevento tutti i privilegi, immunità, concessioni ed esenzioni concedutele da tanti pontefici e sovrani che n’ebbero la signoria. Ma neanche ciò fu bastevole a preservare i beneventani dal pericolo di qualche invasione francese, poichè taluni faziosi tentarono d’introdurre in Benevento il prefetto di Roma, che aderiva ai francesi: ma i cittadini seppero con pronto consiglio impedirgli l’entrata nella città, di che oltremodo si piacque il pontefice Alessandro VI, e con un suo breve in data 13 agosto 1495 levò a cielo la fedeltà, nonchè la perspicacia e bravura dei beneventani, e mandò per governadore di Benevento il Dottore Alberto Magalotti, affinchè vigilasse per tutelare la quiete della città.