Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/79

Da Wikisource.

le tombe dei re. 63

nato da una grandine di pietre e scomparve per sempre. Ed in prova di questo asserto i Beduini del Samhar additano allo straniero i frammenti di lava e i lapilli che in varii punti coprono l’adusto terreno. Un’altra leggenda narra come l’ultimo re dei Rom (la cui tomba è il noto monumento), accecato da un folle orgoglio, scagliasse un giavellotto verso il cielo, in atto di provocazione, e come tosto piombasse sul suo capo un’aquila gigantesca e gli divorasse le cervella. Gli indigeni parlano pure di voci misteriose che si odono talora presso quella tomba, di apparizioni notturne che sorgono a turbare i riposi del viandante e di ben altre fole, parto della fervida loro fantasia.

L’esistenza di una gran necropoli, lungi da città e villaggi in una regione sterile, nuda, scarsa d’acqua, popolata soltanto di miseri Beduini, è certamente un fatto degno di eccitare la curiosità dell’archeologo. Pure, fin qui, niuno ha penetrato il mistero che l’avvolge. Lo stesso Munzinger, che più d’ogni altro ha contribuito a far conoscere gli idiomi, i costumi, la storia dell’Abissinia e delle contrade limitrofe, non parla dei sepolcreti di Desset che come di una incognita. Peraltro il compianto viaggiatore Lejean ha esposto in proposito una congettura che non manca di qualche verosimiglianza 1. La tradizione attribuisce, come dissi, le tombe dei re ai Rom, popolo grande, ricco e potente che aveva per vassalli tutti i Beduini del Samhar. Orbene, sotto il nome di Rom comprendevano gli Abissini i Romani e i Greci 2. Questi ultimi, ai tempi della loro maggiore grandezza, e più specialmente dopo le conquiste di

Alessandro, mantenevano relazioni strettissime cogli Etiopi, possedevano sulle rive del Mar Rosso parecchi floridissimi emporii commerciali, per esempio Aduli, nel fondo della baia di Zula, e sembra che da quel punto s’inoltrassero anche nell’interno del continente africano, e per una via che passava per Desset, le terre degli Habab, il Barca, ed il Taka, trafficassero col regno di Meroe 3. Forse adunque le tombe di Desset furono erette a perpetuare la memoria dei capi o re di quella colonia. Il Sapeto

  1. Revue des deux Mondes, 1er juin 1865, pag. 748.
  2. I Greci del Basso Impero davano a sè stessi il titolo di Romani.
  3. G. Sapeto, Viaggio e Missione cattolica fra i Mensa, i Bogos e gli Habab. Roma, 1857, pag. 260.