Pagina:Istituzioni di diritto romano.djvu/83

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80 introduzione

Questa legge rinnuovata per molti regni consecutivi, non fu in seguito più espressamente promulgata, ma in effetto era la scaturigine dell’imperiale autorità. Gajo ricorda questa legge (nel suo Commentario I. §. 5.) quando ci dice, che gli Imperatori acquistavano il potere per legem. È questa la legge, che le Istituzioni Imperiali al §. 6. del Titolo De Jure Nat. Gent. et Civ. I, 2., chiamano lex Regia, copiando un frammento di Ulpiano (fr. 1. Dig. De Const. prin. I, 4.) e la quale trovasi ancora designata come lex Augusti (fr. 14. §. 1. Dig. De manumis. XL, 1), lex imperii (cost. 3. Cod. De Testam. VI, 23.) Gravi questioni sono insorte fra gli Scrittori di Storia del Diritto Romano intorno a questa lex Regia, perocchè molti ne posero in dubbio l’esistenza, altri ne dissero alterato il nome, ed altri in fine sostennero la verità dell’una e dell’altro. Vuolsi confessare, che gli istorici non ricordano una legge che si chiamasse Regia, ma è certo, anche per quello che Gajo ci attesta, che l’imperatore riceveva la investitura dei suoi poteri da una legge (per legem), in virtù di una lex imperii o de imperio. Non è strano che, se non nei primi tempi dell’impero (per non offendere troppo la suscettibilità di chi serbava tuttora liberi sensi) almeno in seguito, questa legge si chiamasse Regia, a somiglianza della più antica legge di questo nome, con la quale i Re di Roma, erano dai Comizj Curiati investiti della loro dignità.

§. 125. Nel secolo decimoquarto, fra il 1342 e il 1353, fu scoperto in Roma un importante frammento della lex de imperio Vespasiani. In questa lex si riconosce a Vespasiano il diritto di stringere alleanze, proporre Senatusconsulti, designare al Senato ed al Popolo le persone idonee a cuoprire le prime magistrature, pubblicare Editti, aventi forza di legge; e di più vi è dichiarato che tutto quello che Vespasiano aveva precedentemente (ante legem rogatam) ordinato, dovesse considerarsi come se fosse stato fatto per comando del popolo. Questo frammento di Legge, è in una Tavola di bronzo, che si conserva in Roma nel Museo del Campidoglio.