Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/42

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Libro Primo. 3

comparir loro in ispecie visibile, come Cicerone racconta nel 2. lib. delle Divin. e singolarmente quando sotto Tagete in figura di bellissimo fanciullo, tra le glebe del la terra ne i Tarquinesi campi dall’Aratore Tirtinio à piedi dè buoi, laciossi trovare, di dove uscito, & in luogo eminente asceso, per esser da tutti veduto, & ascoltato, non che Tirtineo, i Pastori, e Bifolchi vicini ingannando, gl’indusse con meraviglia ad ascoltar la dottrina, che insegnava de gli Augurij, e dell’indovinar per quelli: ma fin da gli ultimi confini della Provincia ogni popoli indusse ad impararla, e ciò da tutto il mondo favore del Cielo singolarissimo riputato essendo, solo à Toscani per loro buona sorte concesso, non volle Ovidio con silentio passarlo; onde nell’ultimo delle sue Metamorfosi raccontandolo così ne scrisse.

At nymphas tetigit nova res, e Amazon natus
Haud aliter stupuit, quam cum Tyrtinus arator
Fatalem glebam motis aspexit in arvis
Sponte sua primum, nulloque agitante moveri
Sumere mox hominis, terræquæ amittere formam,
Oraque benturis aperire recentia factis
Indignæ dixere Tagen, qui primus Hetruscam
Edocuit gentem casus aperire futuros.

Non meno per questo, che per altri simili peccati, vennero i Toscani da Dio acerbamente puniti; peròche da i Galli Celti, che dell’ira Divina contro essi furono la sferza, con molta strage del sangue loro, da quella felice Contrada vennero cacciati, come più à lungo ne gli altri discorsi seguenti spiegherassi.


CAPITOLO SECONDO.

Come i Galli Celti passarono in Italia, debellarono i Toscani, & edificarono Milano.


S

crissero gli antichi Istorici, e Tito Livio in particolare nel quinto Libro della prima Deca, che nell’Anno vigesimoprimo del Regno di Tarquino Prisco, che fu dell’edificatione di Roma il centesimo cinquantesimo settimo, del Mondo, secondo il più vero computo, quattromilla sei cento, e quattro; & avanti al parto della Vergine cinquecentonovantacinque, Ambigato glorioso Rè de gli Celti, che habitarono quella parte di Gallia, che tra i due famosi Fiumi si contiene, cioè, la Sena, e’ l Loiri,