Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/325

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napoleone 303

Rimarrà questa sempre come la più indegna azione del Buonaparte; ed egli la compiva con arti da volpe, e contro agli espressi ordini del Direttorio; ma i Parigini manifestarono tanta gioja della conchiusa pace, che il Direttorio non ardì mostrarsene scontento.

Quando tornò in Francia (9 dicembre), le accoglienze non sariano potute farsi più splendide, ridestandosi l’entusiasmo dell’ammirazione ove da tempo non conosceasi che l’entusiasmo del furore: il Direttorio gli presentò una bandiera dov’erano noverate tutte le sue vittorie; e giornali a celebrarlo, e poeti a cantarlo, e non mai terminati trionfi a Parigi; eppure la pace di Campoformio era germe di non più terminabili guerre.

Nè tutti applaudivano al giovane vincitore. I Giacobini s’adombravano d’un general fortunato e silenzioso. I Liberali non perdonavangli che, passando le Alpi, avesse promesso il saccheggio come Alboino; corrotto lo spirito dell’esercito coll’eccitarne grossolane cupidigie, fin allora ignote: svogliato della Francia i popoli col tramutarla in conquistatrice e tiranna, qual erasi mostrata cogli ultimi Valois nelle guerre d’Italia che esso sciaguratamente ridestò; resala odiosa col vile tradimento di Venezia, col rapire i capi d’arti come Mummio in Grecia, e colle espilazioni regolari. Dati tali esempj, aveva egli ragione di dolersi del rubare che faceano generali, uffiziali, abbondanzieri, commissarj?

Il generale (come allora chiamavasi per antonomasia) disarmava gli avversarj affettando umiltà: — Non mi resta (diceva) che rientrar nella folla, riprendere l’aratro di Cincinnato, e dar esempio di rispetto pe’ magistrati e d’avversione pel governo militare, che distrusse tante repubbliche»; ebbe l’arte di ritirarsi in una modesta abitazione d’una via che subito fu detta della Vittoria e colà vivea privato con Giuseppina La Pagérie, bella creola, vedova del conte Beauharnais, morto sotto la ghigliottina: interveniva alle adunanze dell’Istituto di cui l’aveano eletto membro; coi costumi arcadici procurava rimuovere l’invidia.

Pure era consultato in ogni occasione; il popolo vedeva in lui il riparo d’ogni male, e stupiva di tanta modestia e che non avesse ambizione. Di fatto non avea quella piccola che si avviluppa in bassi intrighi e consorterie, bensì la grande, a cui la vista vulgare non arriva. Se n’accorgeva il Direttorio, e tenealo d’occhio; ma Buonaparte lamentavasi dell’ingiusta diffidenza, e chiedeva gli dessero nuova occupazione.