Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/361

Da Wikisource.

napoleone 339



XVI.


E in fatto da per tutto si era stanchi di tanti sacrifizj d’oro, di sangue, di pace, fatti non più per difendere la nazione, ma per la gloria o i capricci di un solo. Laonde li Alleati nella Francia non men che nel Belgio e nell’Italia furono accolti festivamente, non come stranieri, ma come liberatori: senato, corpo legislativo, consiglio municipale e tutti i corpi dello Stato votarono decaduto Napoleone, e il Governo provvisorio dichiarava che i magnanimi Alleati venivano a riconciliare coll’Europa un popolo prode e infelice. Tremenda verità! dimenticavasi la patria per la libertà. I popoli s’erano inebbriati della vittoria, come i Pagani: esultarono all’umiliazione dei vicini, e al vederli perdere la libertà erano rimasti indifferenti quanto al perder la propria: il barbaglio della gloria aveva offuscato le ragioni del giusto e dell’ingiusto. Sono febbri che a volta invadono le generazioni; ma viene di natural conseguenza che, adorando la forza, si manchi d’ogni rispetto per chi soccombe ad una maggiore. Essendosi a Napoleone lasciato il pieno arbitrio delle sorti interne ed esterne della patria, non sopravviveva che debolezza al momento de’ disastri: non un braccio, non una voce levossi a difesa dell’uomo, che per quindici anni era stato inneggiato, obbedito, adorato; que’ marescialli che non avevano saputo frenarlo quando trascendeva, non seppero rispettarlo quando cadde; l’abitudine della servitù preparava stupende apostasie.


    d’esser liberato da un governo che non potea sopportarsi più se non da automi o da anime venali e corrotte». De l’impossibilité d’établir un gouvernement constitutionnel sous un chef militaire, et particulièremenl sous Napolèon. Parigi, 1815.
    «Buonaparte soccombette non perchè vinto, ma perchè la Francia non ne voleva più. Gran lezione, che reca morte tutto ciò che ferisce la dignità dell’uomo».

    «Il ritorno de’ Borboni produsse in Francia un entusiasmo universale: furono accolti con una inesprimibile effusione di cuore: gli antichi repubblicani divisero sinceramente i trasporti della gioja comune; Napoleone gli aveva particolarmente oppressi tanto, tutte le classi della società aveano sofferto tanto, che nessuno trovavasi il quale non fosse in tripudio».

    Carnet.

    Villemain e La Martine esaltano il czar, Viel Castel dichiara che mai non si vide alcuno possedere una popolarità più pura, più universale, più splendida di quella d’Alessandro di Russia.