Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/209

Da Wikisource.

barnaba oriani 199

merito di scegliere per eroe non i soliti regicidi, ma un difensore della patria indipendenza, e di non desumerlo dai fatti ricantati, restituiva alla tragedia il fare lirico toltole dall’Alfieri, introduceva i cori1,

    discorso sul teatro italiano), quanto difettano di stile e versificazione, tanto giovansi delle opportunità sceniche, sia pei caratteri e il maneggio delle passioni, sia per l’invenzione, le situazioni, le crisi. Sono ancora applauditi I Baccanali di Roma. Era egli a Parigi nel 1800, quando fu scoperta la cospirazione, che pagò colla testa lo scultore romano Ceracchi. Parve vi facesse allusione il Pindemonte in una tragedia, che pertanto diede a nascondere a una Jeannette sua amica. Costei, indispettita perch’egli non voleva condurla seco in Italia, la portò alla Polizia, che lo arrestò come conscio della cospirazione. Ma il console Buonaparte sospese la frivola persecuzione, e il lasciò tornare di qua dell’Alpi, dove visse fino al 1812.

  1. Non sul margine d’un rio
         Il cui roco mormorio
         Pare un dolce lamentar,
    Non soliamo all’ombra mesta
         Di patetica foresta
         Ad amor piace abitar.
    Sovra i campi ancor del sangue
         Tra chi spira tra chi langue
         Animoso egli sen va.
    De’ concilj più severi
         Tra i reconditi pensieri
         Penetrar furtivo sa.

    Misero giovinetto!
         Basso ed oscuro il letto
         De’ sonni tuoi sarà,
    Ma fino ai dì più tardi
         Nella canzon dei Bardi
         Il nome tuo vivrà.
    Che sarà dell’infelice
         Genitrice?
         Duol l’assale ancor più rio
         Se ingannata talor erede
         Del tuo piede
         Pur sentire il calpestio.
    Siede a mensa, e te non mira,
         E sospira:
         Sa che più non può trovarti,
         E pur là dove più fosco
         Sorge il bosco
         Muove ancor per ricercarti.