Pagina:Iucunda sane (Roma 1904).djvu/11

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contrario, come è noto, il suo pensiero era pieno dell’idea di una prossima fine del mondo e però del pochissimo tempo che rimaneva per le grandi azioni. Debolismo e gracile di corpo, continuamente afflitto da infermità che più volte lo ridussero agli estremi, egli possedeva un’incredibile energia di spirito, la quale riceveva sempre nuovo alimento dalla fede viva nella parola infallibile di Cristo e nelle sue divine promesse. Inoltre con fiducia illimitata contava sulla forza soprannaturale da Dio data alla Chiesa per bene compiere la sua divina missione nel mondo. E però il proposito costante della sua vita, quale è comprovato da tutte le sue parole e da tutte le sue opere, fu questo: di mantenere in sè e suscitare negli altri questa medesima viva fede e confidenza, operando tutto il bene che tornasse pel momento possibile in aspettazione del divino giudizio.

Ne seguiva in lui la volontà risoluta di adoperare per la comune salvezza l’esuberante ricchezza dei mezzi soprannaturali dati da Dio alla sua Chiesa, quali sono e la dottrina infallibile delle verità rivelate, e la predicazione efficace di tal dottrina nel mondo universo, ed i sacramenti che hanno virtù d’infondere o di accrescere la vita dell’anima, e la grazia della preghiera nel nome di Cristo che assicura la protezione celeste.


Questi ricordi, o Venerabili Fratelli, ci tornano di indicibile conforto. Se dall’alto di queste mura vaticane volgiamo attorno lo sguardo, a simiglianza di Gregorio e