Pagina:Jolanda - Dal mio verziere, Cappelli, 1910.djvu/112

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e si coricò tranquilla... dimenticando aperto l’uscio. Cose che succedono.

E non è solamente su questa.... distrazione che si trova a ridire. Manca l’equilibrio nel lavoro dello scrittore americano. Mentre su certi punti s’indugia a sazietà, come nell’ordinamento industriale, su certi altri sorvola, come nella questione religiosa, essenzialissima. Di agricoltura non una parola; di arte non sappiamo se non che il solo giudice sarà il pubblico il cui verdetto «per l’alto livello universale dell’educazione odierna — parla il dottor Leete — acquista un valore assoluto, preciso, che ai vostri tempi era del tutto impossibile». Quindi a tutti lo stesso granellino di sale della sapienza o la stessa patente di asinaggine. Il genio che si sprigiona e vola, l’intelligenza illuminata e divinatrice, il buon gusto innato e individuale, tutto tagliato a spazzola. Nessuno più farà musica in casa. Si potrà aver musica però a domicilio in tutte le ore del giorno e della notte toccando un bottoncino elettrico, press’a poco come il gas e l’acquedotto. Oh razza anglo-sassone, ti riconosco!

Anche sull’educazione, sulle professioni, sul servizio sanitario, pochi e non soddisfacenti ragguagli. La piaga dei domestici cicatrizzata perchè non vi saranno domestici. Si va a mangiare al ristorante, alla cucina dello Stato e «in caso di emergenze speciali — spiega il solito dottor Leete — come il ripulimento o rinnovamento generale della casa, possiamo sempre invocare l’assistenza dell’armata industriale. Dunque in quel civilissimo secolo il ripulimento della casa è un’emergenza speciale! E dire che quando parlano di noi del secolo decimonono ci chiamano barbari. Siamo proprio noi i barbari, dottor Leete?...