Pagina:Jules Verne - Viaggio al centro della Terra, Milano, Treves, 1874.djvu/61

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viaggio al centro della terra 53

a nodi. Tutto ciò formava un bel volume, poichè la scala era lunga trecento piedi.

Infine vi erano le provvigioni; il fardello non era grosso, ma rassicurante, poichè io sapeva che in carne concentrata ed in biscotti conteneva viveri per sei mesi. Il ginepro formava tutta la parte liquida e l’acqua mancava del tutto, ma noi avevamo delle fiaschette e mio zio contava sulle sorgenti per riempirle. Le obbiezioni che io avevo potuto fare intorno alle loro qualità, alla loro temperatura ed anche sulla loro assenza, erano rimaste infruttuose.

Per compiere la nomenclatura esatta dei nostri oggetti di viaggio, noterò una farmacia portatile contenente forbici e lame smussate, stecchette per fratture, una pezza di nastro di filo crudo, bende e compresse, sparadrappo, una scodeletta per salasso, tutte cose spaventevoli; inoltre una serie di boccettine contenenti arnica, alcool vulnerario, acetato di piombo liquido, aceto ed ammoniaca, tutte droghe di un uso poco rassicurante; infine le materie necessarie agli apparecchi di Ruhmkorff.

Mio zio non aveva dimenticato la provvista di tabacco, di polvere da caccia e di esca e neppure una cintura di cuoio ch’egli portava attorno le reni e in cui si trovava una sufficiente quantità di monete d’oro, d’argento e di carta. Ottime calzature, rese impenetrabili da un intonaco di catrame e di gomma elastica, erano in numero di sei paia nel fardello degli utensili.

«Così vestiti, calzati ed equipaggiati, non c’è nessuna ragione per non andare molto lontano,» mi disse mio zio.

La giornata del 14 fu spesa tutta nel disporre questi diversi oggetti. La sera pranzammo in casa del barone Trampe, in compagnia del podestà di Reykjawik e del dottore Hyaltalin, il gran medico del paese. Il signor Fridriksson non era nel numero dei commensali; seppi di poi che egli era in disaccordo col governatore circa una questione amministrativa. Io non ebbi adunque occasione di comprendere sillaba di ciò che si disse durante questo pranzo semi-ufficiale; notai solo che mio zio parlò senza riposo.

La domane, 15, i preparativi furono compiuti; il nostro ospite fece un servigio grandissimo al professore rimettendogli una carta dell’Islanda, incomparabilmente più perfetta di quella di Henderson, voglio dire la carta