Pagina:Kulmann - Saggi poetici.djvu/103

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     Ma non sperate, o insane,
     Trar vostr’impresa a fine.
     Alzatevi, rabbiose,
     70Doppiate, radunate,
     Tutte le forze vostre
     Contro lo schifo mio
     Mal sicuro e sdrucito,
     Non temo, io no. Ma voi
     75Meco azzuffarvi ardite?
     In un sol modo a voi
     Dato è muovervi, o stolte:
     Fra voi non entra a parte
     D’ampissimi tesori
     80Di salde conoscenze,
     Dall’avo accumulate,
     Il giovine nipote,
     Ch’egli a vicenda un giorno
     Trasmetterà, con ricca
     85Aggiunta, alla sagace
     Industrïosa stirpe,
     Avida di scoperte.
     Di stolti padri stolta
     Progenie, sol un modo
     90Di guerra conoscete,
     Ossequïose serve
     De’ capricciosi venti,
     Che a grado lor vi spingono.
     E contrastate or meco,
     95Figlio e alunno dell’Arte
     Che difendersi puote
     In mille e mille guise?...
Sfogate, poderose,
     Irresistibil’onde,
     100L’ira, vostra sfogate!
     Impavido sul dorso
     Di voi sorge il mio schifo,
     Quasi lieve farfalla
     Che gaja ed a bell’agio
     105Svolazza sopra fiori.
     Su, su, prosapia invitta,
     Spiega l’immensa possa!
     E in men ch’i’ non tel dico,
     A scorno tuo io scendo
     110Salvo sul lido algoso,
     E a debol tronco io lego
     Con più debole fune
     Il tanto odiato schifo...
Io Signor vostro nacqui,
     115E tal sarommi io sempre.
     L’avo mio da gran tempo
     Studiò nell’onda cheta
     D’un limpidetto stagno
     Il nuotar di duo cigni,
     120Ed inventò lo schifo
     Col timone e coi remi.
     Altro avo mio v’aggiunse
     Provida vela, e il mio
     Genitor più felice
     125V’aggiunse altre scoperte ...
E voi, superbi venti,
     Apprendete, che spesso
     Il cigno, le native
     Paludi abbandonando,
     130Intrepido s’arrischia
     Fin negli eterei campi
     A singolar tenzone
     Coll’aquila reale.
     Libero pur lasciate
     135All’insolenza il freno.
     Forse non è lontano
     Il dì, ch’un figlio mio
     Forzeravvi a innalzare
     Sull’orgogliose spalle
     140Quel frale mio battello,
     E, Re dell’etra vinta,
     Percorrerà sicuro
     Il nuovo impero suo,
     Ridendosi de’ vani
     145Vostri sforzi ritrosi
     Al par di me, ch’insegno
     Rider dell’ira vana
     Dell’onde, e alfine approdo
     Al contrastato lido.