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IL PASTORE DELL’EURIPO
È tutta la marina
Qui sparsa di rovine
D’una città famosa.
Ne’ secoli passati....
5Ma qual cagion fu mai
Ch’indusse gli abitanti
A scegliere lor stanza
Così vicina al regno
Infido di Nettuno....
10Fors’alle turbe loro
Mancavano le grotte
Sul comodo pendío
Dei tanti monti nostri?...
Ovver della Natura
15Sprezzando i pronti doni,
Superbi si ostinaro
Ad abitar caverne
Più spazïose ed alte
Di quelle ch’assegnocci
20Benigna l’alma madre?...
Eppur nel duro sasso
Essi imitaro i fiori,
Onde spontaneamente
Natura, all’apparire
25Dell’alma primavera,
Le nostre grotte adorna!...
Oltrepassando, quasi
Ad onta del Sovrano
Dei mar, la vasta terra,
30Ecco, fra l’onde istesse
Alzaro le fastose
Nubi-sfidanti case! ...
Ma subito levossi
Collo sguardo di foco
35Il Re dell’oceàno,
Tre volte col tridente
Scosse lo suol tremante,
E qual baleno rapido
Crollaro con orrendo
40Rimbombante fragore
Le moli, sempiterne
Stimate dagli insani
Abitatori loro.
Ricuoprono le sparse
45Rovine smisurate
Ampissimo terreno.
Qual inimica squadra,
Straripano bentosto
Dello sconvolto mare
50I furibondi flutti,
E, dell’irato Nume
Esecutor fedeli,
Dall’imo fondo seco
Traggono immenso carco
55Di vile immondo fango,
Ne cuoprono gli avanzi
A mezzo, poi sprezzanti
Ritornano nel mare,
Lasciando alle venture
60Etadi monumento
Terribile dell’ira
Dei provocati Numi...
(Egli canta)
Mi sto, nell’antro mio,
Difeso nella state
65Dall’igneo sol, nel verno
Dal rigoroso gel.