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ULTIMA CANZONE D’OMERO


Turba di Donzelle

Accostati, o straniero,
     Accostati ver noi!
     Ha l’isola di Chio
     Le spiagge rozze ed erte;
     5Ma i cor degli abitanti
     Son ospitali e miti.
     Mira le danze nostre,
     Ascolta i nostri canti,
     E tu potrai, tornato
     10Un dì nel patrio nido,
     Godendo cogli amici
     Nella fredda stagione
     In cerchio al fuoco assisi,
     Narrare le avventure
     15Dell’errar tuo sì lungo,
     È grato ricordare
     Gli abitator di Chio.

Il Viaggiatore

Io mirerò con gioja,
     Donzelle vezzosette,
     20Le vaghe danze vostre,
     Ascolterò con gioja
     I vostri dolci canti;
     Ma soddisfate prima
     Dello stranier la brama
     25E dite, ch’è mai questo
     Enorme monumento,
     Scolpito qui nel sasso
     In gigantesche forme.
     Si vede un vincitore
     30Alle straniere vesti,
     Innanzi al quale stassi
     Inginocchiato il prence
     Dell’isola, attorniato
     Da cumuli d’uccisi,
     35E gli domanda pace:
     Indietro stan tremanti
     E supplici le donne
     Co’ pargoli innocenti,
     Che sbigottiti ’l capo
     40Nelle lor vesti ascondono.

Le Donzelle

Chi dall’eterno obblio
     Salvar vorrebbe il nome
     D’un duce snaturato,
     Le cui vittorie furono
     45Serie non interrotta
     Di stragi e d’uccisione?
     Degno d’eterna gloria
     È sol, chi nella lunga
     O breve vita sua
     50Benefattor mostrossi
     De’ miseri mortali.
Vieni, o stranier, con noi,
     E con piacer vedrai,
     Come fra noi si serba
     55La grata rimembranza
     D’un venerando vate,
     Che fu ne’ tempi antichi
     La gioja e gloria nostra.
Vedi tu presso al mare
     60Quel solitario sasso?
     Amato egli è dal sole,
     Che mai non l’abbandona;