Pagina:Kulmann - Saggi poetici.djvu/165

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     All’abbagliante pompa
     70D’Elisa e di sua scorta,
     Manifestar non osano
     Il giubilo dell’alma;
     Ma tosto che ne’ sguardi
     Della Reina scorgono
     75Che ’l di lei cor nel lusso
     Di doviziosa corte
     In niun modo cambiò;
     Alla gioja ogni freno
     Sciolgono lieti, e un coro
     80Di giovani donzelle
     Così la voce snoda:

     Te salutiam, Reina!
          Te che ’l nido natio
          E ’l placido Cefiso
          85Bramasti riveder.

     Benchè men chiara splenda
          Nel ciel Venere, donna
          Della stellante torma,
          Che tu sull’alto tron;

     90Pur il tuo cor la patria
          Non obliò lontana:
          E tu, de’ pensier nostri
          Fosti la meta ognor.

     Qual con fiducia appende
          95La rondine vagante
          Della prole la cuna
          Degli Dei alla magion;

     Tale la speme nostra,
          Ed in acerbi tempi
          100Tutte le nostre mire
          Giraro intorno a te.

     Ma come se l’alma Ebe
          Da sua magica coppa
          Subito infuso un nuovo
          105Avesseci vigor:

     Più ratto nelle vene
          Ne corre il lieto sangue,
          E rimiriamo intorno
          Tutto in roseo color.

     110Ti salutiam, Reina!
          Te che ’l nido natio
          E ’l placido Cefiso
          Bramasti riveder.

Così cantò giuliva
     115La giovinetta turba.
I dì le parean ore
     Ai genitori intorno.
Un giorno, allo spuntare
     Del sol, tre leggiadrissime
     120Barchette la Sovrana
     Aspettano sull’onde
     Del superbo Cefiso,
     Acciocchè la conducano
     Lungo le vaghe rive
     125Del Copaico lago,
     Fin a quel luogo dove
     Con orrendo fragore
     Si precipita tutto
     In un immenso abisso.
130Intanto la Reina
     In una barca assisa
     Il Cefiso conduce
     All’entrata del lago.
La Sovrana salutano
     135Qui l’Orcomeno antico,
     Signor delle pianure;
     Là su declive monte
     La nuova Cheronea
     Dall’alte e bianche mura,
     140Leggermente velate
     Da diafani vapori.
     Ed ecco il taciturno
     Mela da canne cinto,
     A cui d’intorno s’ode
     145Dell’usignuolo il canto,