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370Il giovinetto; l’assassin sen fugge. —
Agli alti gemiti la sposa accorre
Colle seguaci sue, ma è tardi; viene
Anche ’l fratello, finge lo spavento,
Alto corruccio, e vendicar promette
375L’orrido fatto. Subito ci s’avvede
Che dal dolore vien la sposa meno.
Al punto istesso egli fa cenno ai servi
D’allontanar l’estinto, e alle seguaci
D’allontanar la sposa. Una donzella
380Con essolui rimane. Egli la mano
Le riempie d’oro, ed ella gli promette
Di persuader la vedova a sposarlo.
Escono l’uno e l’altra. — In un istante
Dai ritornati servi tutto intorno
385Le ambulanti pareti son coperte
Di bei ricami d’oro e vaga seta,
Onde l’occhio rimane stupefatto.
La vedovella mestissima riede
Dall’infida donzella sostenuta,
390Che osservare le fa l’immenso lusso
E tante inappregiabili ricchezze.
A rivenir non tarda anche il fratello,
Sempre piangendo il crudele misfatto.
Ma succedono tosto al duol mentito
395Chiari segni d’amore, d’ogni indugio
Impazïente e del menomo ritegno.
Ella cortesemente e umíl ricusa
Gli intempestivi desiderj suoi.
Ei momentaneamente s’allontana.
400La donzella frattanto ad arte cerca
I di lei sguardi ricondur mai sempre
Sugli infiniti ricchissimi doni;
Ma rïescono vani i di lei sforzi.
L’infelice non ha, nè vuole avere
405Altro pensier che quel di sua sventura.
Le preghiere rinnova il mostro atroce:
Segue l’istesso tenero rifiuto.
Cenno ci fa alla donzella, ch’esca. — È vuota
La scena, ed ei rinnuova l’importuna
410Cruda richiesta con maggior fervore.
Severa in volto allor ella gli mostra
Quant’è indecente la richiesta sua,
E vuole uscire. Ma egli d’ira acceso,
Snuda l’acciaro e di sicura morte,
415Se ancor rifiuta, la minaccia altero.
Di spavento colpita ella consente.
Ad un novello accennar suo repente
Riedono tutti: ed egli allora impone
D’inchinar riverenti la sua sposa.
420Tutta è già pronto alle improvvise nozze.
Già echeggia il chiaro suon de’ dolci flauti
Per annunziar la marcia verso il tempio.
Ognuno accorre: s’empie il vasto giro
Con affollato stuol di spettatori:
425La solenne lieta marcia incomincia;
Quand’al piacer subito orror succede.
Rapido se ne fugge ognun tremando,
E nemmen osa rimirare indietro.
Ecco le Furie dai viperei crini
430Scuotere in alto con rabbiose mani
Le lor stridule torce scintillanti,
Che tutto inondano di lampi e fiamme,
Della sentenza degli eterni Numi
E fide e inesorabili ministre,
435Esse impugnano l’empio scellerato,
E il traggon seco lor spietatamente
Alle tartaree triplicate porte...
     Di bianchissimo bisso rivestiti,
Con auree cintole e di lauro i serti,
440Nella destra un foglietto di papiro
Appariscon dell’estro i sacri figli.
Un vecchio, che un fanciul guida, precede
Il grave stuolo: con rispetto e amore
De’ circostanti tutti gli occhi stanno
445Fisi sul venerando augusto vecchio.
Quale un Nume, dall’alte eteree stanze
Sceso in terra, egli in mezzo a loro incede.
Sulla fronte gli siede la Saviezza,
Sul labro Persuasione ed Armonia;
450Chiusi alla luce son del vecchio gli occhi:
Chè sotto al sol felicità perfetta