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IL GAROFANO


Pria di porsi in cammino
     Disse Aminto alla sposa:
     «Alcimna, nosco venga
     Anche il minor figliuolo,
     5Onde conoscan gli avi
     Il terzo lor nepote.»
Parton, e giunti appena
     Alla capanna antica,
     Gli avi con gioja accolgono
     10Il vago nepotino
     Finor non visto unquanco.
Da prima sospettoso
     I vecchierelli ei guarda.
     Ma a balbettar comincia
     15E poco a poco ride,
     Il capo volge e asconde,
     E alfin le mani stese
     lnver l’antica madre,
     Mostra che in quelle braccia
     20Di riposar desía.
Per divertire il caro
     Vago fanciullo, imita
     L’avo ricurvo il canto
     Degli animai che vede
     25Errar d’intorno il figlio.
La vecchierella istessa
     Ringiovanita balla;
     Il fanciullin, che dianzi
     Con istupor mirolla,
     30Or dalle risa muore,
     Ed egli pur muovendo
     Le mani e i piè, si crede
     Nella danza già esperto.
Poi l’avo agli altri duo
     35Maggior fratelli volto:
     «Dimmi, caro Menalca,
     E tu, Climena, dimmi,
     Il fratel vostro amate?»
     Ognun risponde, l’amo.
     40«Ah! se a te dato fosse,»
     Così dicea Menalca,
     «Veder come sorpreso
     Gli occhi spalanca e ammira
     Il mio cerchio ruotante;
     45O miei navigli a grado
     Dell’aura galleggiare
     Sullo stagno che assembra,
     S’io pur non erro, a un lago.
     Le mie barchette vanno
     50Carche di vaghi fiori:
     Spesso su lor si posano
     Vaghissime farfalle
     A cui l’ali qual oro
     Variopinte sfavillano.
     55Ma la sua gioja è piena,
     Quand’abbandono ai venti
     L’aquilon mio: è bello:
     Ha verdi le grand’ali,
     Rubiconda la testa,
     60Il ventre giallo, e tutto
     Di negre punte sparso
     Dietro si aggira e stende
     Immensa e lunga coda,
     Quasi serpe.... ma attonito
     65Mi guardi? ah! forse ignori,
     Un aquilon che sia?»