Pagina:Kulmann - Saggi poetici.djvu/92

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Tutti corrono a gara
     Alla capanna: ella era
     Da tre lati coperta
     145Con tortuose viti,
     Che piegavano al peso
     De’ grappoli maturi,
     E l’altro al dorso appoggiasi
     De’ monti. In la capanna
     150Ognuno rientrato
     Stassi alla mensa intorno.
     Invocati gli Dei
     E Diana protettrice,
     Assidonsi fra gli avi
     155I due maggior fanciulli,
     E il pargoletto stassi
     Dell’ava in grembo: il desco
     Era di quercia: sopra
     Antico vaso stava
     160Di biondo miel ripieno.
     Havvi burro che sembra
     Candida intatta neve,
     Fresco formaggio, e dentro
     Cestellini coperti
     165Di pampini si scorge
     La pera e la ciriegia,
     Il trasparente pomo,
     Uve d ’ogni colore,
     E in fin que’ frutti mostransi
     170Dall’aurea scorza, dono
     Delle canore Dive
     Che abitano del mondo
     L’occidental confine.

Innanzi a ognun tu vedi
     175Il sacro pane e il sale,
     Colmo un vaso di latte
     E in piccolo bicchiere
     Vin generoso e vecchio.
     Tutti que’ vasi furo
     180Testimoni alle mense
     Degli Antenati, molti
     Rammentano l’etade,
     Etade ora obliata,
     In che di lusso ignaro,
     185Benchè men ricco, l’uomo
     Era vieppiù felice.

Poscia che il lieve cibo
     Li ristorò: con voce
     Alta, ciascun sue grazie
     190Al cielo rese. Tutti
     Mossero inverso al vago
     Spazïoso giardino,
     Ch’or erto or piano, è ombroso
     Là dove a Diana sacra
     195Stassi spaziosa grotta.

Stanca la Diva un giorno
     Dall’errar lungo, entrando
     Nella vicina selva
     In quell’antro fermossi:
     200Onde nomato venne
     Il riposo di Diana.

Ove il giardin finisce,
     Ergesi un colle aprico
     Che la catena chiude
     205Dei capricciosi monti,
     Le cui spalle coperte
     In pria da selve e boschi,
     A poco a poco snudansi,
     Infin che resta solo
     210A ricoprirle il musco,
     Povero velo ai sassi,
     Che colla minacciante
     Titanea fronte chiudono
     Alle nubi la via.

215Dal cavo sen di quelle
     Roccie altissime scende
     Qua e là con gran fragore,
     Benchè non visto, un rio
     Insino al vago colle,
     220Cui fan lieta corona