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chi»... Principio fondamentale: «Dio perdona chi fa penitenza», in altre parole: «chi si sottomette al sacerdote».


XXVII


Il cristianesimo si sviluppò in un terreno completamente «falso», dove ogni natura, ogni valore naturale, ogni «realtà», avevano contro i più profondi istinti delle classi dirigenti, una forma di odio a morte per la realtà, che non è stato sorpassato da allora in poi. Il «popolo eletto» che non aveva conservato per tutte le cose, che valori di sacerdote, parole di sacerdote e che aveva, con una logica da far paura, allontanato da sè, come «empio», come «mondo», come «peccato», tutto ciò che era ancora al potere sulla terra, — questo popolo creò per i suoi istinti una ultima formola, che era conseguente sino alla negazione di sè stesso: negò perfino, «nel cristianesimo», l'ultima forma della realtà, il «popolo sacro», il «popolo degli eletti», la stessa realtà «giudea». Il caso è della massima importanza: il piccolo moto insurrezionale, battezzato col nome di Gesù Cristo, è una «ripetizione» dell’istinto giudeo — in altri termini — l'istinto sacerdotale che non sopporta più la realtà del sacerdote, l'invenzione di una forma dell’esistenza anche più astratta, di una visione del mondo anche più «ideale», di quella che offre la organizzazione della Chiesa. Il cristianesimo «nega» la Chiesa...

Non so contro chi era diretta l'insurrezione di cui Gesù fu creduto — erroneamente forse — essere promotore, se questa insurrezione non era diretta contro la Chiesa Giudaica. Chiesa presa esattamente nel senso che oggi diamo a questa parola. Era un’insurrezione contro «i buoni e i giusti», «contro i santi d’Israele», contro la gerarchia della società; «non» contro la corruzione della società, ma contro la casta, il privilegio, l’ordine, la formula. Fu una «mancanza di fede» negli «uomini superiori», un «no» pronunziato contro tutto ciò che era sacerdote e teologo. Però la gerarchia che per questo fatto era messa in dubbio, sebbene solo per un momento, era l’equilibrio instabile, su cui solamente il popolo giudeo, in mezzo «all’acqua», difendeva ancora l’ultima probabilità di sopravvivere, acquistata, a caro prezzo, il «residuum» della sua