Pagina:L'acqvedotto pvgliese le frane ed i terremoti.djvu/3

Da Wikisource.

Il compito del geologo si estende alla previsione, in base ai fatti che avvengono nell’attualità, di quei fenomeni che devono verificarsi nell’avvenire, in una regione della quale si abbiano sufficienti conoscenze sia riguardo alla natura ed alla disposizione delle rocce che la costituiscono, sia rispetto ai fatti geodinamici, esogeni ed endogeni, che quivi avvengono.

Questa previsione poi assume per noi il carattere di un dovere preciso nel caso di un’impresa, che impegna il paese in una spesa rilevante, destinata ad influire profondamente sulle condizioni igieniche ed economiche di tre provincie italiane; di un’opera, che, se sospesa nella sua attuazione, o peggio ancora nell’esercizio, ben può convertirsi in un vero disastro; vogliamo dire dell’Acquedotto Pugliese, in riguardo alle frane e ai terremoti.

Fa meraviglia il fatto che, possedendo l’Italia un Ufficio geologico che funziona in modo lodevole, in questa faccenda dell’Acquedotto Pugliese il Governo si sia accontentato del parere di un solo geologo, per quanto valente, del quale la relazione pubblicata a brani sul progetto del 1899, che servì di base alla legge, ed accompagnata allora da una carta geologica incompleta, concludeva che data la natura di quei terreni l’opera presentava sufficiente stabilità; senza però por mente che la regione dalle fonti del Sele alle Murgie ed il Capo Gargano è tra le più esposte a terremoti disastrosi, i quali si ripetono quivi in media almeno due volte al secolo. In particolare poi a riguardo della delicata questione della stabi-