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158 dell'asino d'oro

spregia, se ne ritornò dove e’ cenavano, e disse: Ancorch’io non sia così rozzo nè così temerario, che io mi contrapponga a quello che vi è una volta piaciuto, nientedimeno io sarei meritamente da essere incolpato di pessima natura, se io non vi avvisassi di quello che a me par che sia il migliore. Date adunque a me, sollecito per la vostra salute, fidanza di poter dire il mio parere; atteso spezialmente, che se il mio consiglio vi dispiacerà, voi potrete agevolmente ritornarvi all’asino. Conciossiacosa che egli mi sia paruto sempre convenevole, che i ladri, e quelli massimamente che hanno qualche cervello, debbano posporre ogni cosa al lor guadagno; perciò mi pare che se voi perdete in questo asino questa vergine, che voi non facciate altro profitto, che con vostra perdita soddisfare alla vostra indignazione: e però io vi consiglierei, che voi la menaste ad una qualche città, e quivi deste ordine di venderla a qualch’uno; imperocchè una di così giovane età non vi apporterà utile di pochi danari: ed io medesimo, che ho la pratica già più tempo fa di certi ruffiani, vedrò di darle bonissimo ricapito; e s’io non m’inganno, io ne penso cavare un gran numero di ducati, senza trarvi di mano tanto emolumento. E in questa forma la fuggitiva se ne andrà a stare in luogo condecente alla sua nobiltà; e servendo a così vituperoso esercizio, senza potere andarsi più fuggendo in quà e in là, vi pagherà buona parte della pena del suo peccato. Io vi ho detto quello ch’io giudico essere il migliore, e secondo che l’animo mi dettava: or voi siete signor di me, de’ miei consigli, e di tutto il mio avere: fate quello che più vi piace.

Divenuto adunque costui avvocato della camera di quei ladroni, aveva assai ben difeso la causa nostra, ed era stato dell’asino e della vergine uno egregio procuratore; ma gli altri colla lor lunga deliberazione mi facevano tutte tremar le budella. Pur finalmente tutti d’accordo, acconsentendo alla sentenzia del novizio ladrone, trassero quella giovane di catena: la quale in