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172 dell'asino d'oro

quando quel contadino, che era andato al mercato per gli ferri, avendo in pronto ogni cosa, voleva farmi il giuoco che eglino il dì dinanzi avean deliberato; ma un di loro disse: Non vien di cotesta parte la nostra presente rovina; e voglio che domani tu tagli a cotesto asinaccio non solo le membra genitali, ma il capo e le gambe, che noi non ti mancheremo dello aiuto nostro. E così senz’altro fu conchiuso che la mia morte si differisse al giorno seguente: laonde io quasi mezzo allegro ringraziava quel mio buon fanciullo, che colla sua morte mi avesse prorogato almanco un giorno la mia. Ma egli non mi fu dato pure una mezza ora di tempo, che io mi potessi riposare con questa nuova allegrezza: imperocchè la crudelissima madre del morto fanciullo, con bruna veste ricoperta, stracciandosi con ambe le mani la cenerosa chioma, piangendo, lamentandosi, e gridando, se ne venne correndo alla stalla; e battendosi e lacerandosi il petto suo, senza aver di sè alcuna misericordia, diceva: Ecco che questo disutile asinaccio, lieto e sicuro, col capo fitto sempre nella mangiatoia, attende a divorare ed empiere quel suo profondissimo corpo; e senza punto ricordarsi delle fatiche di me poverella, o dell’empio e doloroso caso del suo misero maestro, disprezza la mia vecchiezza e le mie debili forze, e credesi avere a restare impunito di una così fatta ribalderia, e pargli non aver fatto mal veruno: egli è usanza di quelli che hanno macchiato la coscienza, mostrar buon volto di fuori, per non parer d’essere stati loro i malfattori. Deh! per la fede tua, scelleratissima bestia, se egli ti fusse lecito accattar la voce umana almen per un’ora, a chi potresti tu persuadere, per inetto ch’e’ fusse, che questo gran peccato non fusse accaduto per colpa tua, avendo tu potuto con morsi e con calci difendere il povero fanciullo? Tu potesti ben, mentre che egli era vivo, dargli de’ calci parecchie volte; e mentre ch’e’ moriva non lo potesti co’ medesimi calci soccorrere? E chi dubita, che se tu te l’avessi cacciato in sulle spalle, che tu non fussi stato abile a trarlo delle