Pagina:L'asino d'oro.djvu/39

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libro primo 23

con molte gocciole di sangue; e finalmente ivi morendosi, fu quasi per cader nel fiume, se non che ritenendolo io per un de’ piedi, con grande stento lo tenni nella ripa di sopra. E posciach’io ebbi pianto il tapinello quanto la presente stagione ne dava luogo, io lo seppelli’ entro alla rena vicina alla ripa del fiume: e tutto pien di paura, dubitando grandemente del fatto mio, per li più strani luoghi e più solitarj che io ritrovassi, mi misi non a fuggire, ma a volare. E come se io tenessi per fermo di aver commesso quell’omicidio, abbandonato la mia casa e la mia patria, e presomi un volontario esilio, mi sto ora in Bologna, dove io ho tolto moglie novellamente.

Allora quel suo compagno, il quale nel principio con maravigliosa incredulità non aveva voluto porger fede alle sue parole, disse: Nessuna favola fu mai più favolosa di questa, niuna bugia fu mai udita più bugiarda di questa: e volto a me disse: E tu uomo, che se’, come la presenza tua dimostra e il parlare, persona discreta, a queste menzogne credi tu? Io per me, risposi allora, tengo che nessuna cosa possa essere impossibile; e penso che intervengano agli uomini talor di strani