Pagina:L'asino d'oro.djvu/79

Da Wikisource.

LIBRO TERZO 63

tuo religioso petto, io ti prego che sempre rinchiuso ritenga, e ristori colla tenacità del tuo tacere la semplicità del mio riferire; imperciocchè la forza d’amore, colla quale io ti sono insolubilmente allacciata, costrigne me, che sopra tutte l’altre donne la conosco, a farti ogni cosa palese. Già saprai tutto lo stato di nostra casa, già intenderai i segreti miracoli della mia padrona, alla quale obbedisce l’inferno, si conturbano le stelle, sono costretti gli spiriti, servono gli elementi; nè mai fa maggior prova con questa sua arte, se non allora quando amorosamente risguarda qualche leggiadro giovanetto: la qual cosa le suole intervenire assai sovente; ed al presente ella arde d’un giovane, il quale è sommamente bello, ed esercita in lui tutti gli strumenti, tutte le macchine. Io udi’ iersera, io lo udi’ con queste mie orecchie, che se il sole non affrettava il suo corso, e non dava con prestezza luogo alla notte, tempo capace alla celebrazion de’ suoi incanti, ella il coprirebbe d’una caliginosa nebbia, e vestirebbelo d’una perpetua oscurità. Ora avendo costei veduto ieri, mentre ch’ella tornava da messa, questo giovane sedersi entro a una barbieria, ella mi comandò ch’io ricogliessi alcuni de’ suoi capelli, i quali, perchè il barbiere gli avea tondata la zazzera, erano sparsi quivi per terra. E mentre che io così di nascoso gli raccoglieva, il maestro se ne accorse, e perciocchè noi siamo infami già per altro di quest’arte, egli mi prese per un braccio, e dissemi una carta di villania: Tu non vuoi restare eh, vituperio del mondo, diceva, d’andar ricogliendo le tondature de’ capelli de’ poveri giovani? Se tu non te ne rimani, io ne porrò richiamo a corte: e aggiugnendo alle parole i fatti, messomi le mani in seno, tutto adirato, ne trasse parecchi che io di già vi aveva nascosti. Dopo la qual cosa essendo io già grandemente affannata, ricordandomi infra me del mal costume della mia padrona, la quale, adirandosi per ogni piccola cosa, mi suol dare di molte battiture, pensava di fuggirmi; ma lo amor ch’io ti porto mi costrinse