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l'ombra del passato 299


Caterina possedeva un segreto. Ma aspettava il momento opportuno per rivelarlo. Dopo i primi baci, nel silenzio della cameretta, ella disse cautamente, quasi paurosa di destare una troppa viva emozione nel suo amante:

— Devo dirti una cosa: molto bella! Sì, molto bella, — ripetè, poichè Adone le stringeva il braccio, interrogandola. — Senti: tu... tu-sei-ricco!

— Come? Come? È la seconda volta che mi dici questo! Perchè? — egli disse, curioso e incerto. E arrossì, nell’ombra: ricordi confusi, vaghi rimorsi gli attraversarono l’anima. Ma Caterina riprese:

— Senti bene. L’altro giorno Dirce, la moglie di Agostino, mi ha mandato a chiamare, segretamente: andai. La trovai scalza, coi capelli arruffati: pareva una furia. La sua casa era tutta in disordine: i bambini piangevano. Ella cominciò a lamentarsi con me contro la Tognina, contro Pirloccia e Carissima. Poi mi disse: «È tempo che parli io, poichè Agostino è uno stupido e non sa fare i propri interessi. Volevo aspettare Adone, ma ho paura che egli non mi dia retta: anche lui è troppo buono, è della famiglia dei tamerlucchi: Allora ho pensato di rivolgermi a te, Caterina: tu sei una ragazza di buona volontà, non hai paura