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l'ombra del passato 409


Ma quando fu nella sua cameraccia, fra le umili cose compagne al suo antico soffrire, egli ritrovò un altro fantasma che si coricò al suo fianco e gli propose di aiutarlo a combattere le ombre che lo tormentavano. Egli dapprima lo respinse. Tutto gli sembrava inutile. Ma l’altro era insistente, paziente, anche furbo. Era lo spirito folletto che la vecchia Suppèi dava per compagno a tutti gli uomini: la propria coscienza!

Come una vecchia fantesca che per calmare il bimbo malato ricorda, canticchiando, vicende passate, il piccolo fantasma rievocava alla memoria di Adone i dolori, i sogni, i propositi che egli aveva fatto sin da bambino. Fra le altre cose gli ricordava la lettera scritta a Davide, in un momento disperato. E gli diceva, lusingandolo:

— La lettera non ha ottenuto risposta. Ma ora tu puoi procedere egualmente verso l’avvenire, perchè puoi fidarti, se non in tutti, almeno in uno dei tuoi fratelli: il più intimo, il più sincero: in te stesso.

Fine.