Pagina:L'ultimo rifugio di Dante Alighieri.djvu/21

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Guido Novello a Comacchio 7

del 1 303 ricompare il suo nome in un atto autentico col f|uale Bartolino da Parma, procuratore d’Opizo Sanvitale arcivescovo di Ravenna, concede /r ragioìic d’enfiteusi a Lamberto e Bernardino da Polenta, a Guido, Azzo, Geremia e a Fainaldo nati d’Ostasio «la metà de’ molini, dei quali, per l’autorità del consiglio generale del Comune di Ravenna, era in possesso la chiesa di detta città.» L’esclusione di Guido il vecchio, o, com’altri scrive, ììiiìtoye., da cjuesta carta, fa pensare che sin d’allora, stanco e vecchissimo, egli cominciasse a ritirarsi dalla vita pubblica. Il Guido da Polenta, Savio nel 1304, non può essere a nostro parere se non Guido Novello, che proprio in quell’anno a nome di Ravenna piglia possesso di Comacchio. «I Comacchiesi - scrive il Carrari - mandarono ad essi Ravennati et lor podestà nuntii che, essendo essa città di Comacchio stata sempre da tanto tempo, che non si trova memoria, soggetta a’ Ravennati et sotto la giurisditione della città et Comune di Ravenna, et poi che tenevano Comacchio ad onor et obedienza del Podestà et Comune di Ravenna, mandassero a Comacchio a pigliare la tenuta et conservare et esercitar et ricuperar et reintegrare la giurisditione al Comune di Ravenna per che così essi Comacchiesi intendevano d’esser sotto la giurisditione et protetione del Podestà et Comune di Ravenna, sì come sono obligati et tenuti obedire ad esso Podestà et Comune; per la cpial cosa furono eletti dodici savi che furono: Guido da Polenta ecc.» Costoro decisero di mandare ai Comacchiesi due oratori pei debiti ringraziamenti e per invitarli a mandar «huomini in Ravenna a trattare et provvedere sopra la conservatione et difesa della lor città.» Questo, perchè Lamlierto da Polenta e il Comune di Ravenna volevano evitare un conflitto con Azzo d’Este. Fu Guido Novello che andò a prender possesso di Comacchio con molta gente a piedi et a cavallo. l’inalberò l’insegna dell’aquila e vi lasciò, a guardia della torre, trecento fra pedoni e balestrieri col capitano Vitale da Bagnolo. Tornato in Ravenna, d’accordo con Lamberto, spedì un messo ad Azzo d’Este perchè l’informasse di quanto era avvenuto ed assicurasse ch’e’ non aveva preso Comacchio in odio