Pagina:La Cicceide legittima.djvu/77

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L’Autore villeggiando alla Concordia più non si cura delle nuove del Mondo.

cxxxvii.
I
O quì non curo in solitaria Villa

     Degli affari del Mondo aver novella:
     Sia di Mario la palma, o sia di Silla,
     4Non mi turba il pensier questa, né quella.
Qui non cerch’io se torbida, o tranquilla
     Sia per correr la Dora, o la Mosella;
     Né se in pace potrà l’Aja rubella
     8Fra le paludi sue pescar l’anguilla.
Nulla mi cal, se ’1 Techely s’installa,
     Usurpator nell'altrui soglio, e nulla
     11Se ’1 Monsulmano è seco a fargli spalla.
Ma qui fra la Mirandola, e Guastalla
     Fò pago il genio mio che si trastulla
     14Con un C.... giocandosi a la palla.


L'Autore prega il Sig. Breni a farlo rappacificar con D. Ciccio.

cxxxviii.
D.
Ciccio fa con me lo scorrucciato,

     Dolendosi, che 'l lacero, e che 'l mordo;
     Ed io per verità non mi raccordo
     4D’aver di lui né scritto, ne parlato.
Or quì, Breni mio car, bramo impiegato
     Il mezzo tuo per metterne d’accordo,
     E per capacitar questo balordo,
     8Ch’è da gente malevola ingannato,
Digli adunque a tal fin, che conosciuto
     Non m’hai propenso a le mormorazioni,
     11Ma più tosrto guardingo, e ritenuto:
E al fin, lasciando andar l’altre ragioni,
     Dì, che sarei per piattola tenuto,
     14Se m’attaccassi a mordere i C....



Il