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come viene educata la donna alla vita 43


responsabilità. Oggi non si afferma più che i figli debbono tutto ai loro genitori soltanto perché questi hanno dato loro la vita, ma si sente che, avendo dato loro la vita, i genitori devono loro molte altre cose ancora; non soltanto le cure materiali, non soltanto l’educazione corrente, ma lo studio individuale indefesso del loro temperamento anche morale, ma la guida attenta, l’educazione, nel senso di «dolce sollecitazione», come la chiama Anatole France, che non trascura fin dai primissimi anni la formazione della coscienza a farla salda e vittoriosa contro le ondate burrascose delle difficoltà e del dolore, per accrescere il valore sociale e nazionale, per una elevazione continua dell’umanità.

Quando la donna, per educazione, per cultura, per la formazione insufficiente della sua personalità, non è all’altezza del suo ufficio, quale esso sia, si daranno due casi: o inadatta, inabile, incosciente essa sarà ancora... quella che sarà, giustificando tutte le accuse e tutte le limitazioni che le vengono fatte, o intenderà la falsità della sua via, la sua immaturità e nell’impossibilità di rimediare, di rifarsi la sua vita, soffrirà atrocemente se sarà sola a sentire il suo male non compreso vicino a lei e diverrà una ribelle o una infelice, anzi tutte e due le cose insieme.

Bisogna che ciò non avvenga più se non per eccezione. I tempi nuovi devono formare la donna in tutto degna e l’uomo che tale la desideri e la ami.

Per questo, nella nuova educazione bisogna portare uno spirito largo se pure attento; fatto di verità, di sincerità, spogliato coraggiosamente di tutti i vecchi pesanti pregiudizi che complicano e oscurano l’alto compito, che impediscono il libero svolgersi delle nuove conquiste, sopratutto spirituali.