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di spirito della donna. Dice: «Per dare la coscienza alla donna voi le togliete la sua più delicata femminilità, l’intuito appassionato, la devozione tenera, la grazia istintiva. Voi la deformate e la private dei suoi fascini più cari. Ella non ci sa più amare». E nel nome di amore confondono molte cose lontane e inferiori. Rispondo facilmente con le leggere parole di Stendhal: «Le desir de plaire met à jamais la pudeur, la delicatesse et toutes les graces feminines hors de l’aiteinte de toute éducation quelconque. C’est comme si l’on craignait d’apprendre aux rosignols à ne pas chanter au printemps».

L’uomo sembra non comprendere che spesso nella tenerezza apparente della donna..... di ieri vi sono ancora troppe astuzie sottili, troppe lusinghe abili ed insincere, troppe carezze volute e artificiose: —— non tenerezza autentica ma traffico e menzogna di tenerezza. Bisogna, ripeto, educare l’uomo per la donna nuova. Egli è colui che schiva questa falsa adorazione, che può apprezzare nella donna la compagna degna di ogni sua superiore esigenza, quella che, come già dissi, si è ribellata a sè stessa e ai suoi più particolari difetti e gli offrirà, non più una devozione fatta solo d’istinto e d’istintivo interesse, ma d’istinto e di cosciente amore. Egli si abituerà allora a rispettare la donna, a considerare in ogni donna, perfino in quelle che ebbero la necessità della viltà di fronte alla vita, non più la debole, facile creatura di dominio, di piacere o di disprezzo, ma la sorella umana, colei che, più felice o più infelice, può procedere nel cammino al suo fianco per un eguale intento destinato a lei con la stessa sua vita, per l’ardore morale verso una più alta aspirazione.

Uno scrittore di sottile sensibilità e di spirito raf-