Pagina:La Vita Ai Tempi Eroici Di Persia, Uffizio della Rassegna Nazionale, 1885.djvu/6

Da Wikisource.
4 LA VITA

piezza la più grande certamente che si conosca, diremo che non a caso abbiam fatto ciò. Abbiam fatto ciò solo perchè di essa appunto ci vogliamo ora occupare, nè ce ne occupiamo soltanto perchè essa è l’oggetto da lungo tempo per noi di studi particolari, ma anche perchè, a parte i poemi omerici, essa è quell’epopea che più di tutte crediamo possa servire al nostro scopo. La vita, infatti, dell’eroe indiano è troppo involta in quell’aura sacerdotale che è il genuino segno di tutto ciò che ci viene dall’India antica, e l’eroe dell’Edda risente troppo del mitico e perciò dell’incerto e del nebuloso, o ha costumi troppo ferini e sanguinari per poter esser messo avanti come il vero modello dell’eroe, e l’eroe del Kalevala è troppo casalingo e troppo schiavo delle sue arti magiche ch’egli mette in opera ad ogni momento, per essere chiamato un vero e bello eroe, e l’eroe greco è litigioso, e per essere litigioso perde di vista il vero fine per cui egli cinge le armi, come quando Achille e Agamennone per poco non si accapigliano nel consesso dei Greci e per poco non mandano a male tutta quanta l’impresa di Troia. L’eroe, invece, dell’epopea persiana, quale abbraccia un periodo di storia leggendaria di circa duemil’anni, sa sacrificare sè stesso e sa far tacere l’amor proprio per la causa comune, come quando Zâl, Hustem e Tûs in diverse occasioni, seppero rinunziare al regno al quale erano stati chiamati, per dar luogo all’eletto del cielo a seder sul trono del re dei re; l’eroe dell’epopea persiana combatte con le armi e col valore e non con la magia, sa colpire e spegnere l’avversario, ma sa anche perdonare e non ama le carneficine degli eroi dell’Edda e dei Nibelungen, sa esser devoto a Dio, senza essere investito di un’aura sacerdotale come gli eroi dell’India e sa domare e signoreggiare le forze repugnanti della natura senza esserne egli stesso alla sua volta signoreggiato, come piccola parte assorbita nel gran moto della vita universale.

Ci sia adunque permesso di tratteggiar qui brevemente la vita degli eroi di Persia e mostrarla qual’è, quale dovette essere anche con tutto ciò che vi potè aggiungere la fantasia dei poeti. Che se, anche per brevi cenni, potremo noi farci un’idea lontana di quello che veramente era cotesta vita, oltre al valore storico di ciò che troveremo, e ciò si dica nel senso che di sopra abbiamo dichiarato, avremo anche il non lieve vantaggio di aver come vissuto per alcun tempo in quelle età primitive e poetiche tanto differenti da questa nostra, molto prosaica in verità.

Ma, per le nostre ricerche, non abbiamo che una fonte sola a cui attingere, e questa sì è la grande raccolta di leggende epiche