Pagina:La cavalleria italiana e le sue riforme.djvu/80

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1 Capezza da campo;
1 Trasto;
1 Taschetta da biada;
1 Paio bisaccie;
1 Corda per foraggio;
1 Piuòlo.

Tutto sarebbe semplice, leggiero e ragionato; nè più vi si vedrebbero tante complicate superfluità; tante cose d’imbarazzo, tanti inutili ornamenti; che non servono ad altro, che ad aggravare il tesoro, aggiunger peso al cavallo, e dare incomodo al cavaliere.

In campagna, ciascuno sarebbe inoltre provveduto di un sacco da tenda co’ suoi puntelli; ogni due squadroni avrebbero una fucina da campo; ogni squadrone, un solo carro leggiero per le valigie degli uffiziali e pei sacchi degli smontati. — Gli attrezzi da cucina sarebbero caricati sul cavallo da basto che seguirebbe sempre lo squadrone, per non mancarne mai, quand’anche il carro non dovesse, o non potesse tenergli dietro, nelle sue marcie o nelle rapide escursioni.

In questo modo anche gl’impedimenti che tanto nuocciono alla mobilità di un esercito, sarebbero ridotte allo stretto necessario; e la loro presenza, o lontananza, non avrebbe più quelle conseguenze, che ci furon così funeste nella scorsa guerra.


Evoluzioni, comandi e segnali.


Le evoluzioni della cavalleria debbono essere in armonia colla sua composizione, col suo armamento e coi progressi delle altre armi, affinchè possa sempre tenere alto il posto che le compete, e nulla perdere della sua importanza.

Non basta perciò cambiare gli ordini, alleggerire il cavallo ed abituarlo ad aumentare di velocità, con misurata progressione, a corse lunghe e rapide; ma bisogna pur semplificare le evoluzioni, per dare alla cavalleria tutta quella mobilità e leggerezza che si può maggiore, perchè oggi la potenza dei