Pagina:La favorita del Mahdi.djvu/124

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— Rispondi, Sceiquek, maledetto dal Profeta. Dove ti sei cacciato tu?

Abd-el-Kerim aspettò che si fosse allontanato, poi saltò fuori e si precipitò verso l’uscita del corridoio, ma non ebbe il tempo necessario per condurre a buon fine l’audace progetto. Dieci o dodici beduini sbarravano l’apertura e l’accolsero con urla minacciose dirigendo verso di lui le lance e gli jatagan.

Per un momento il fuggiasco ebbe l’idea d’avventarsi furiosamente contro di loro e d’aprirsi il passo colla forza, ma male armato e mal fermo com’era, non lo ardì e retrocesse di corsa. A mezza via si incontrò col beduino che era poco prima entrato, il quale gli si faceva addosso a testa bassa.

— Arrenditi, cane d’un arabo! gli urlò l’assalitore.

Abd-el-Kerim evitò un colpo di lancia tiratogli proprio in mezzo al petto, spezzò col rovescio dell’jatagan l’arma e s’internò nel corridoio scaricando una delle sue pistole. S’arrestò vicino alla porta prendendo l’altra pistola, risoluto di difendersi sino all’estremo prima di farsi ammazzare e guardò se il nemico s’avanzava.

Non distinse nulla ma udì le grida minacciose dei beduini e i loro passi. Un freddo sudore gli colò sulla fronte e un tremito di spavento e d’angoscia lo prese.

— Sono perduto, mormorò egli.

Le voci andavano avvicinandosi lentamente e a quelle univasi un cozzar di daghe. Si rannicchiò dietro a un macigno e caricò rapidamente la pistola che aveva scaricata.

— Piano, piano, gridò una voce, che riconobbe per quella dello sceicco Debbeud. Dove è andato a finire, innanzi a tutto, quel povero diavolo di Sceiquek?

— Se quel cane d’arabo era nel corridoio l’avrà ammazzato, rispose un’altra voce.

— Ma come? egli non possedeva alcuna arma che io sappia, ed era mezzo morto di fame. Hai veduto nulla tu Mussa?