Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/216

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legni, buoni al cabotaggio e alla pesca e la montavano più di quaranta mila marinari, numero inadeguato al tonnellaggio delle navi. La navigazione si limitava alle coste dell’Adriatico e del Mediterraneo, e il lento progresso delle forze marittime non consisteva nel diminuire il numero dei legni ed aumentarne la portata, ma nel moltiplicare le piccole navi. La marina mercantile a vapore era scarsissima, non ostante che uno dei primi piroscafi, il quale solcasse le acque del Mediterraneo, fosse costruito a Napoli nel 1818. Essa apparentemente sembrava la maggiore d’Italia, mentre in realtà alla sarda era inferiore, e anche come marina da guerra, era scarsa per un Regno, di cui la terza parte era formata dalla Sicilia e gli altri due terzi formavano alla lor volta un gran molo lanciato verso il Levante. La marina e l’esercito stavano agli antipodi: l’esercito era sproporzionato al paese per esuberanza, la marina per deficienza. Più copiosa era la marina da pesca sulla spiaggia adriatica più che sulla tirrena, e sulla spiaggia pugliese a preferenza. Moffetta contava una vera flotta da pesca con statuti e consuetudini secolari; e Barletta, Treni, Bari e Mola avevano piccole flotte non meno audaci. E oosì nei golfi di Napoli e di Gaeta, e nei porti di Castellamare e di Palermo, di Catania e di Messina. I pescatori pugliesi dividevano con quelli di Chioggia e di Fano la supremazia della pesca nell’Adriatico, e i napoletani facevano la concorrenza ai pescatori della costa pontificia e toscana, da Terracina a Viareggio; più arditi e capaoi di tutti, i pescatori di Molfetta, che si spingevano nell’Egeo, sulle agili “paranze„ e portavano il pesce sino a Costantinopoli.

Il più alto grado nella marina da guerra l’aveva il conte d’Aquila, viceammiraglio e presidente del Consiglio di ammiragliato, al quale appartenevano i viceammiragli, Francesco Saverio Garofalo, Lucio di Palma e i brigadieri Vincenzo Lettieri e Pier Luigi Cavalcante. Oltre a questi, erano ufficiali generali di marina Giovanni Antonio della Spina, primo istruttore del duca di Calabria benohè ignorantissimo, Luigi Jauch, Leopoldo del Re, Antonio Bracco, il marchese Girolamo de Gregorio e Antonio Palumbo. Il brigadiere Cavalcante era pure intendente generale dalla marina. Tra i capitani di vascello, ricordo Francesco e Michele Capecelatro, fratelli di Antonio e di Alfonso, e don Michele d’Urso, più noto per le sue arguzie che per