Pagina:La fine di un regno, parte I, 1909.djvu/367

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passaggio per Napoli. C’era anche un teatrino e vi si rappresentò, nell’aprile del 1857, il Don Pasquale di Donizetti. Fu un avvenimento musicale per l’ottima esecuzione e per la qualità degl’invitati. Cantarono la padrona di casa, il barone Giovanni Genovesi, il barone Roberto Tortora Brayda e Melchiorre Delfico, dilettanti di prim’ordine. Anche nell’orchestra, insieme ad artisti, erano anche dei valorosi dilettanti. I De la Feld abitavano al piano nobile del palazzo Partanna, in piazza dei Martiri, che allora si chiamava “Calata santa Caterina a Chiaia„. Alla rappresentazione del Don Pasquale assistette il re di Baviera, padre, il quale, sotto il nome di conte di Augusta, viaggiava per diporto e si fermò a Napoli tre giorni. In quello stesso mese di aprile giunse pure a Napoli il re Massimiliano, sotto il nome di conte dì Werdenfels, e fu molto festeggiato nell’alta società.


Fra le più belle dame del tempo, brillavano le tre figlie di Carlo Filangieri, note sotto il nome delle tre duchesse, cioè la Bovino, la Cardinale e ìa Ravaschieri Fieschì. La duchessa di Bovino aveva richiamata in una delle feste delle Tuileries l’attenzione di Napoleone III, il quale volle conoscerla e fu con lei pieno di cortesie, ricordandole il padre e l’avo. Si distingueva anche per bellezza la contessa Latour, una delle figliuole del principe d’Angri e che visse a Parigi vita da santa. Suo marito Leopoldo fu il fedele cavaliere di compagnia di Francesco II. Una sorella di lei divenne principessa di San Cesario, l’altra duchessa di Marigliano e una quarta fu principessa di Fondi: tutte parimente bellissime. Questa contessa di Latour non è da confondere con l’altra contessa di Latour, moglie di Francesco colonnello degli usseri, che salvò la vita a Ferdinando II nell’attentato di Agesilao Milano. Quest’ultima, morta da circa quarant’anni, fu dama della regina Maria Teresa, visse vita ritirata e devota, come tutti di casa Sangrò a cui apparteneva. Il marito n’era gelosissimo. Oltre alle Filangieri e alle sorelle d’Angri, risplendevano, fiorenti di gioventù e bellezza, la marchesa di Bella, moglie di Cammillo Caracciolo, che era russa e aveva splendidi capelli biondi, che in ricci le scendevano graziosamente sulla fronte; e con lei la contessa di Castellana russa anche lei, la principessa di Frasso che fu moglie dì Ernesto Dentice, deputato e se-