Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/141

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Chi batte questa via
E spine e rose avrà;
È questa una bugia
Ed una verità.

Più che come direttore di Verità e Bugie e proprietario di un’agenzia di teatri, Luigi Coppola acquistò rinomanza in tutta Italia con le sue riviste teatrali, sottoscritte Il Pompiere e pubblicate nel Fanfulla. Morì caposezione al ministero dell’istruzione pubblica del Regno d’Italia, e fu insuperato maestro di freddure. Uomo di una singolare bontà d’animo, aveva tendenze parsimoniose sino all’avarizia e natura così malinconica, che sul suo volto olivastro pareva di leggere la passione di Gesù. Egli scriveva pure dei corrieri nel Nomade, firmati Ticchio, i quali non mancavano di spirito, ma questo non sempre di buona lega. Per far la réclame ai guanti del Bossi, scriveva, per dirne una:

Peli e guanti
Guanti e peli
Son riparo
Sotto i geli.
Guanti e peli,
Peli e guanti
Son le glorie
Degli amanti.

Nell’ottobre del 1868 si aprirono tre nuove botteghe: in via Toledo, la pasticceria D’Albero e il magazzino di guanti Caridei, e a Chiaia, il caffè Nocera. Coppola ne formò questa sciarada:

Il mio primier dolcifica
L’altro le grinfe asconde,
Il terzo in un confonde
Lo zucchero e il caffè.
E il tutto che cos'è?
Lo dimandate a me?
Non posso dir perchè...

Fra i giornaletti umoristici va ricordato il Palazzo di Cristallo, fondato nel 1856 da Antonio Capecelatro e da Luigi Zunica, che poi fu cerimoniere di Corte nel 1860; ma lo scriveva, quasi tutto, Giuseppe Orgitano, lo scrittore di maggior vena umoristica che abbia avuto Napoli a quei tempi, e che Marco Monnier nel suo libro: L’Italie, c’est-elle la terre des morts? chiamò l’enfant le plus spirituel du Royaume. Morì segretario