Pagina:La fine di un regno (Napoli e Sicilia) I.djvu/48

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gnatello, e l’avarrissi sempre; ’o magnano i surdati, che so meglio ’e nui„.1 E il principe ne mangiò di mala voglia. Si arrivò a Serra San Bruno a 22 ore. Tutti gli abitanti di quell’alpestre paesello erano raccolti all’ingresso, dov’è la chiesa. Bruno Chimirri, allora fanciullo di dodici anni, ha conservato un ricordo esatto del passaggio del Re per Serra, e rammenta che lo vide arrivare, discendere, entrare nella chiesa e uscirne fra le acclamazioni. Egli era affacciato al balcone di casa sua, annessa alla chiesa. Ricorda la maestosa figura del Re, avvolto in un cappotto grigio, e quella, piuttosto meschina, del giovinetto principe ereditario. Nel tempio fu cantato il solito Te Deum e si ripartì. Ma la strada, divenuta affatto disagevole, venne tracciata dai contadini attraverso la foresta; anzi in alcuni punti dovettero i contadini sollevare di peso la carrozza reale.

A Mongiana, la grande fonderia militare e fabbrica d’armi del Regno, Ferdinando II passò due notti. Egli ne seguiva con molto interesse lo sviluppo, perchè con quello stabilimento mirava a liberarsi dalla soggezione straniera e soprattutto inglese, per la fornitura del ferro e delle armi. Si diceva pure che volesse farne il primo arsenale del Mediterraneo, come il più sicuro per la sua ubicazione. Quali fossero intanto le condizioni dello stabilimento, è riferito in questo rapporto, che, in data 17 ottobre, il comandante Pacifici diresse al D’Agostino, ispettore capo a Catanzaro:


Mongiana, 19 ottobre 1852, n, 855.

La sera del 16 andante questo Stabilimento riceveva l’onore di una visita quasi imprevista dell’Augusto Nostro Monarca, accompagnato dai ER. Principi, le LL. AA. RR. il Duca di Calabria, ed il Conte di Trapani. Ricevuti da me cogli Ufficiali tutti alle Pianure del Ninfo, procedè pel villaggio splendente di lumi, e si degnò prendere alloggio nell’umile mia dimora, esternando tutti i segni della bontà e della clemenza a Lui propria.

I primi pensieri della M. S. tuttocchè stracca pel lungo e penoso cammino furono dedicati allo Stato attuale di questo Stabilimento, ed ai mezzi di prosperarlo non solo, ma dando sfogo agl’impulsi del suo cuore benefico, mostrava la sua volontà di dar da vivere a genti moltissime, e di annuire alle immense suppliche ricevute nel suo cammino pel bisogno del ferro

  1. Mangialo, così tu l’avessi sempre. Lo mangiano i soldati, che sono migliori di noi.