Pagina:La gioventù di Caterina de' Medici, 1858.djvu/115

Da Wikisource.

LA CIOVENTÙ DI CATERINA DE* MEDICI. 99

prìncipi cristiani, mentr’ei lascia che.PUngheriia, suo regno ereditario, sia * malméfiato dai Turchi."

Finalmente, alla coronazione dell’imperatore, fi S3 decembre di queir anno, in Bologna, ebbe hiogo la riconciliazione. L’imperatore rinnovò V investitura, e il duca pÉomise novecentoaHla- ducati. Nonostante i’ enormità di questa 6omma, i poveri Lombardi oppressi gnibbilatono: viveva in loro tuttavia un avanzo dell’antica propensione verso il Duca^ ad onta de’àuoi difetti: egli era l’ultimo della sua stirpe, sotto il primo principe della quale Milano aveva già goduto giorni migliori ì avevano diviso in comune tante miserie! I Milanesi vivevano solo della speranza di liberarsi dagli oppressori spagntfoli. «El povero Milano (così scrive un cronista del tempo, sèmpHce bottejgaio, testimone della fine degli Sforza •* ) spera in Dio che a questo $inno 1030 che vene, che Dio ne debba liberar da tante trrbulazìon^ come per el passato avemo patito.» Tante tribolazioni: né erano solamente Italiani che ciò scrivevano, o di ciò si lamentavìsino: «Sire (così riferivano al re Enrico ottavo, Niccolò Garew, e Riccardo Satnpson, suoi delegati al congresso di Bologna"’), noi crediamo che nella Cristianità non siasi mai udito parlare d’una tal miseria, come ne hanno sofferto questi paesi. Le migliori città sono distrutte o deserte: in molti luoghi non si trova carn«di s^ve ^<^%