Pagina:La guerra del vespro siciliano.djvu/12

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iv prefazione.

giò, Pietro e Giacomo d’Aragona. Nello stesso cap. notansi altri documenti su l’ammiraglio Loria; nel XVII confermansi i particolari della battaglia della Falconarìa, con una lettera di Carlo II di Napoli a Filippo il Bello, piena di lusinghe e di preghiere, per ottener novelli soccorsi dalla corte di Francia. Infine molte notizie su l’ultimo sforzo che fu affidato a Carlo di Valois, aumentano il cap. XIX; tra le quali non è da tacersi un diploma di Carlo II, che prevedea la necessità della pace con la Sicilia, e un altro intorno i dritti ch’or chiameremmo d’albinaggio, che rinnegaronsi in teoria, e rinunziaronsi in fatto, su i beni de’ Francesi dell’esercito del Valois, che venissero a morte nelle terre soggette al re di Napoli. Nuove autorità ho aggiunto alla appendice, destinata al minuto esame delle memorie storiche su la supposta congiura. Per tutto il corso dell’opera ho fatto menzione soltanto nelle note, di quei documenti, che nulla mutavano ne’ fatti raccontati. E seguendo lo stesso metodo di pubblicare i documenti inediti più importanti, ne ho aggiunto tredici a que’ della prima edizione: e sono numerati VI, VII, XIV, XXIV, XXXII e dal XXXVII al XLIV.

Tali son le differenze di questa sopra la prima edizione: ciò che non è mutato, nè mutabile io spero, è la coscienza che guidò il mio lavoro. L’intrapresi per fare un saggio di quelle istorie particolari, che sopra tutt’altre convengono a’ tempi nostri. Scelsi il vespro siciliano come il più grande avvenimento della Sicilia del medio evo: il che se si chiamasse umor municipale, sarebbe mal detto; perchè la Sicilia parmi assai grande per una città; e l’amore del proprio paese, il rammarico de’ suoi mali, e il desiderio della sua prosperità comunque possan portarla gli eventi, non si