Pagina:La guerra del vespro siciliano.djvu/269

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[1284] del vespro siciliano. 253

non per anco scadute, delle chiese di Provenza, d’Arles e degli altri domini di Carlo a lui assegnò per la siciliana guerra; dando autorità ai legati pontificî di sforzare i vescovi al pagamento1. A Venezia s’adoprò, sollecitato dal principe di Salerno dopo la sconfitta di Malta, ad armargli una ventina di galee, offrendo porger da’ tesori apostolici cinquemila once d’oro: ma l’accorta repubblica rispose: «Nè al re d’Aragona, nè ad altri cristiani moverebbe mai guerra senza cagione2;» e richiamò in osservanza un’antica legge per la quale vietavasi ai privati di prender l’armi per alcuno stato straniero, senza permesso del doge e d’ambo i consigli; bello statuto secondo ragion pubblica e delle genti, del quale sdegnossi pure la corte di Roma come d’offesa, e pel cardinale di Porto, legato, scomunicò Venezia, ribenedetta poi nell’ottantacinque da papa Onorio per maggior prudenza di stato3. Tre legati del principe venivano inoltre a Martino, a ridomandar moneta pel passaggio di Sicilia; ed ei dando di piglio nei tesori delle decime di tutta la cristianità, levate già per la impresa di Terrasanta da papa Gregorio e dal concilio di Lione, or ne forniva per la guerra siciliana ventottomila trecentonovantatrè once d’oro, non picciola somma, secondo que’ tempi: ordinando bensì che la più parte si maneggiasse dal cardinal Gherardo, in cui più fidava4.

  1. Raynald, Ann. ecc., 1284, §. 10.
  2. Ibid., 1283, §. 40. Il breve al principe Carlo, posteriore al fatto, è dato il 22 aprile 1284.

    D’Esclot, cap. 115, riferisce la risposta dei Veneziani.
  3. Raynald, Ann. ecc., 1285, §. 63 e 64.

    Quivi si legge la bolla di Onorio, data di Tivoli il 4 agosto, anno 1.
  4. Raynald, Ann. ecc., 1283, §. 40, nel detto breve del 22 aprile 1284.

    Saba Malaspina, cont., pag. 418. Veggansi anche i diplomi citati qui appresso per vari imprestiti del papa.