Pagina:La lanterna di Diogene.djvu/35

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Ma lì, a Rubiera, con chi dovevo io aprirmi? Perciò tu mi tornasti alla mente, onesto teutonico: e infine, trovandomi solo, tutte le mie espansioni mi convenne rivolgere a quella bottiglia di Lambrusco, ed essa in contracambio versò in me tutta la piena del suo spumante liquore.

L’ostessa mi faceva osservare che un Lambrusco come quello non si trova certo a Bologna; e a Modena che è Modena, due lire e più bisogna pagarlo alla bottiglia, chi lo vuole.

Ma io pensavo ad altra cosa che a questioni di enologia e di prezzi: io pensavo alla bella abitudine che i Greci avevano di premiare i loro più benemeriti ed illustri personaggi col dono di una Dea o di una graziosa, vergine, come accadde ad Ercole che ottenne in moglie Ebe, una moglie che doveva in certo modo compensarlo della terribile Deianira che ebbe in terra: una moglie che non invecchiava, appunto perchè era la Dea della giovinezza (e forse — sottilmente pensando — i Greci antichi vollero con questo mito significare il solo caso in cui il matrimonio può essere giustificato). Era una specie di premio Nobel, ma più confortevole. Io non pretendevo certo a