Pagina:La leggenda di Tristano, 1942 – BEIC 1854980.djvu/69

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la leggenda di tristano 63


e’ marenai priegano tutti i santi che siano loro in aiuto. E poi arrivarono ad uno porto nel reame di Longres. E T. domanda li mastri marenai «lá ove siamo noi», ed eglino dissero: «Noi siamo nel reame di Longres». Assai ne fue allegro T. Ed allora si fece prendere V padiglioni e sí gli fece tendere in terra ala marina e fecero iscendere in terra loro gente per prendere riposo; e T. fece mettere le targie di fuori dali padiglioni appicate. Allora disse uno cavaliere, ch’iera giá usato nelo reame di Longres: «T., fae mettere le targie di fuori da’ padiglioni, imperciò che se passasero cavalieri erranti si vorrebero combattere, e noi non vorremo combattere, noi». E allora disse T.: «Ed io cosí voglio». Ed allora ebero grande paura li cavalieri di Cornovaglia, che li cavalieri non passasero quindi.


LII. — A tanto vennero due cavalieri insieme, ch’ierano usciti di Camellotto sanza conoscere l’uno l’altro, e l’uno si era fatto cavaliere novello. Ed e’ guardarono e videro tesi questi padiglioni ala marina; ed allora si cavalcarono in quella parte e furono presso ali padiglioni e domandarono giostra a guisa di cavalieri erranti. E a tanto disse quello cavaliere ch’iera usato nel reame di Longres: «T., quegli cavalieri domandano giostra». E allora si rispuose T. e disse: «Apportami l’arme», e prese l’arme e vassine ali cavalieri. E quello che prima fue fatto cavaliere sí si lascia venire inverso di T. e ferilo, sí che gli ruppe la lancia in sula targia. Ed allora T. sí si ferio a lui, sí che gli passò la targia e miselo a terra del cavallo. E a tanto si lascia venire lo cavaliere novello e ferío a T., sí che gli ruppe la lancia in sula targia; e T. fedio a lui e passogli la targia e l’asbergo e misegli la lancia nele carne e mettelo a terra del cavallo. E allora dissero li due cavalieri a T.: «Chi siete voi che ci avete abattutti?». E T. rispuose e disse: «Voi non potreste sapere mio nome». E li cavalieri dissero: «Or ci dite di che paese voi siete». E T. rispuose e disse: «Di Cornovaglia». E que’ dissero: «Va diabolo, e com’è questo? e chi ha menato li