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154 La maestrina degli operai

al cui pensiero tremava ancora. Si levò la mattina dopo, decisa d’andar dal soprintendente, dopo averne avvertito, per dovere di delicatezza, il maestro. Era domenica: essa contava d’andar prima alla messa e poi alla fabbrica del cavalier Sanis.

Ma mentre stava terminando di vestirsi, eccoti lì la maestra Mazzara, ansante e affaccendata, come sempre, col sorriso sulla bocca e un pacco di carte fra le mani. Era già stata dalla Baroffi a chiedere un articolo per una Strenna che volevan pubblicare varie maestre a benefizio d’una loro collega, vedova d’una guardia daziaria. Non poteva trattenersi che pochi minuti. Aveva da galoppare tutto il giorno a Torino per preparare una recita di dilettanti al teatro. Scribe,