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la scotennatrice 111


Se non avessero scoperte le tracce dei fuggiaschi, si sarebbero probabilmente guardati dal guastare i tranquilli sonni d’una tale belva; però avendo scoperto che si dirigevano proprio verso la tana, non volevano andarsene senza averla prima visitata.

Il vecchio Jonathan però, quantunque desideroso di scagliarsi addosso ai disturbatori del suo alloggio e di far provare loro la sua forza gigantesca, si era messo al sicuro dentro il covo, non amando affatto quei confetti di piombo che potevano bucargli non solo la pelle bensì anche il cuore.

Gl’indiani si erano arrestati a cento passi dal big-tree e si erano messi a sparare furiosamente, un po’ colla speranza di deciderlo a mostrarsi, ed un po’ coll’intenzione di chiamare i loro compagni, i quali non dovevano essere molto lontani.

Per un paio di minuti le palle fioccarono dentro il rifugio, cacciandosi, con un sordo rumore, dentro il legname e spaccando gli ossami che ingombravano il suolo, poi le pelli-rosse, già aumentate di altri cinque guerrieri giunti a gran corsa, si fecero animosamente più innanzi.

— Corpo d’una pipa rotta!... — esclamò Turner, il quale spiava sempre insieme all’indian-agent. — Questi indiani aumentano di numero come le formiche.

«Se continuano così fra poco saranno cinquanta, cento, forse di più.

— Che con Minnehaha ci sia anche Sitting-Bull? — chiese John, con voce un po’ trepidante.

— Mio padre non mi ha mai insegnata l’arte dell’indovino — rispose il campione degli uccisori d’uomini. — Non posso darvi una risposta soddisfacente, camerata.

— Può essere già disceso dai Laramie.

— Uhm!... Ne dubito assai, amico. Quel vecchio volpone deve tener d’occhio le truppe di Custer.

— Che musica!...

— Le pelli-rosse cominciano a scaldarsi. Vogliono la pelle del nostro portiere. Crudeli!...

Gl’indiani avevano ricominciato a sparare. Era un vero fuoco di fila poichè alcuni erano armati di winchester a dodici colpi e non facevano economia di munizioni.

Il grizzly, conscio del gravissimo pericolo che correva, si ostinava a non mostrarsi.

Manifestava la sua rabbia impotente con urla feroci che facevano rintronare il rifugio, però se ne stava al coperto.

Gl’indiani, visto che non ottenevano nessun risultato, impugnarono i tomahawak e si spinsero maggiormente innanzi.

Volevano venire ad un corpo a corpo per non sprecare inutilmente le loro munizioni, troppo preziose dopo la levata di scudi del loro grande capo Toro Seduto.

Erano già una quindicina e tutti vigorosi, essendo gli Sioux ed i Corvi