Pagina:La signora dalle camelie.djvu/76

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Duvernoy. E chi lo sa? Ella è partita improvvisamente da Auteuil, ed è ritornata a Parigi.

Rieux. Oh, questa è graziosa davvero!

Saint. (ritornando con un servo che porta i gelati) Madama Duvernoy, siete servita.

Duvernoy. Grazie.

SCENA SECONDA


Armando e detti.


Saint. E così, non si giuoca più!

Rieux. No.

Saint. Allora andiamo nelle sale da ballo?

Rieux. Voi sapete che il ballo mi piace poco, giuocherei piuttosto... ma questa notte mi sono mortalmente annoiato. Ditemi in po’: fra quelle ballerine non vi sarebbe per avventura Adele?

Saint. Zitto! se quel serpente d’Olimpia vi sente, non mi lascia più un istante di pace.

Duvernoy. (nel volgersi verso il servo vede Armando) Oh! il signor Armando!

Rieux. (volgendosi) Armando a Parigi! buona sera, amico, noi parlavamo appunto di te.

Armando. E cosa dicevate?

Duvernoy. Dicevamo che eravate a Tours e che non sareste venuto.

Armando. Sembra che vi siate ingannati.

Saint. Tanto meglio!

Rieux. E quando siete arrivato?

Armando. Un’ora fa.