Pagina:La zecca di scio.djvu/42

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quilibet debet esse carattorum 23 auri pagabili in Foggia oppure in Genova, calcolato cadun perpero compreso il cambio soldi 11 di questa moneta; più da altro dello stesso anno1 avente perperos auri bonos et iusti ponderis ad sagium Peyrae, ed altro ancora del 13102 col quale un tal Negro per L. 200 ricevute in Genova promette di pagare nello spazio di tre mesi, giungendo in Romania3, ad Antonino di Quinto perperos 400 auri boni et iusti ponderis ad sagium Constantinopolis. Essi in questa carta furono contati per soldi 10 genovesi, ma forse tale basso valore fu dato per causa del cambio, vedendo che furono valutati sempre di più, per esempio nel 1311 soldi 12 e 15, nel 1343 soldi 18, nel 1346 soldi 15, e soldi 14 nel 13524.

De’ soldi d’oro fu anche in grande abbondanza battuta la metà, e questi pezzi per contenere sopra un saggio suo peso legale solamente 11 caratti d’oro e 6 d’argento oltre 7 di rame5, parevano affatto di argento, onde dai negozianti di Ponente, per distinguerli dai soldi d’oro aventi lo stesso impronto, si chiamarono bisanti bianchi, ma nel commercio d’Oriente semplicemente perperi vedonsi in generale detti. Essi furono contraffatti nel secolo XIII dai re Lusignani di Cipro Ugo I, Enrico II ed Ugo III.

Tali bisanti correvano per soldi 10 quando il genovino d’oro valeva una lira, ed a Venezia6 si contavano sempre per mezzo ducato d’oro.

Vengono in seguito i milliaresi, dei quali 12 ne volevasi per un perpero ossia bisante bianco, e dividevansi in due caratti, composto ciascheduno di 18 folleri. Dai latini furono nel 1200 chiamati grossi, perchè tale era la denominazione che usavano dare alla loro maggiore moneta d’argento che a questa approssimavasi. Pesatine vari, cominciando da quelli di Basilio I nell’870 sino ad Andronico II nel 1300, li trovammo variare tra i grammi 2,600 e grammi 2,080 per gli ultimi, onde in comune

  1. Pandette Richeriane, fogliazzo A, foglio 10.
  2. Idem, fogliazzo I, foglio 162.
  3. «Col nome di Romania nei bassi tempi dagl’Italiani intendevasi l’impero greco.»
  4. Idem, fogliazzo A, fog. 10.
  5. Della decima fiorentina. T. III, pag. 23.
  6. MarinStoria civile e politica del commercio dei Veneziani. T. III, pag. 63.